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Teramo, tagli ai trasporti: il Pd chiede il ritiro della riforma

Teramo. A seguito dei tagli sui chilometraggi del trasporto urbano si è creata troppa confusione. I vertici del Pd vogliono, dunque, dissipare ogni dubbio e spiegano le ragioni che li hanno portati alla battaglia contro i “tagli ragionieristici” introdotti in particolare dal Comune di Teramo.

“Nel documento presentato dal Pd regionale il 6 novembre scorso era tutto previsto” spiega il consigliere comunale Giovanni Cavallari “e si doveva cominciare allora a programmare un riordino in vista dei tagli derivanti dalla legge di stabilità nazionale. Cosa che non si è fatta. A questo punto, l’unico modo per riequilibrare il chilometraggio è indire una gara pubblica tra le concessionarie dei trasporti. Per fare ciò ci sono sei mesi di tempo, ma questo non si deve aspettare questo tempo, si deve fare subito, un mese al massimo. Solo in questo modo potremo garantire nuovamente il servizio urbano in città, perché togliere una corsa significa isolare un intero quartiere”.

È una questione di primaria importanza l’incremento e il potenziamento dei mezzi pubblici, a Teramo in particolare, dove il problema della viabilità è sotto gli occhi di tutti. “Non dimentichiamo” aggiunge Alberto Melarangelo “che Teramo è risultata essere tra le 50 città più inquinate d’Italia (Rapporto Mal’Aria 2011, Legambiente, ndr). Il bus navetta elettrico è stata una bella intuizione, ma da allora c’è il buio assoluto. Ci sono tanti finanziamenti europei a sostegno della mobilità sostenibilità, è questa la strada. Che fine ha fatto la navetta che avrebbe dovuto collegare piazza S. Francesco con l’ospedale? Non se ne sa più niente, anzi si taglia la linea 2, a testimonianza che a pagare sono sempre i deboli”.

 

“Il Partito Democratico” spiega ancora il consigliere regionale Claudio Ruffini “ha cominciato ad affrontare da tempo il capitolo dei trasporti, che era assolutamente fermo. Abbiamo redatto un documento ben preciso, nel quale abbiamo chiesto l’accorpamento delle tre società, che rappresentano oltre il 70% del servizio di trasporto urbano”. Una mossa, questa, che avrebbe comportato un risparmio di circa 5 milioni di euro. “Abbiamo dovuto attendere la finanziaria del Governo” ha aggiunto Ruffini “e solo di fronte ai tagli dello Stato, l’assessore regionale Morra si è mosso. Ha presentato la sua proposta e, visto che erano stati accolti i nostri emendamenti, abbiamo deciso di votarla all’unanimità. Tuttavia, la decisione successiva di un taglio lineare, che toglie dove c’è meno utenza, non possiamo accettarla. Così non si salvaguardano le aree lontane dal centro urbano”.

Ad oggi, però, la questione è un’altra: dalla Conferenza Stato-Regioni, infatti, sono arrivati freschi freschi 400 milioni di euro da destinare ai trasporti pubblici. Per l’Abruzzo sarebbe una boccata d’aria che consentirebbe di ridurre il taglio dai 23 milioni di euro attuali a 3 o 4 milioni di euro circa. “La mini-riforma va dunque bloccata” esorta Ruffini “alcune Regioni si sono già mosse in questo senso. Non vorrei che i soldi vengano dirottati per coprire altri buchi di bilancio”.

Intanto, a Teramo il “danno” è fatto: le corse sono state tagliate, gli studenti protestano, i cittadini in genere non sembrano essere molto soddisfatti, ma qualcosa si può ancora fare. “L’amministrazione può fare un passo indietro” conclude il consigliere regionale Giuseppe Di Luca “e se così non dovesse essere, si sappia che le motivazioni non stanno nei tagli del governo o della Regione. È semplicemente una scelta politica”. Di cui dovranno rendere conto.