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Val Vibrata: 700 le bandanti in servizio. Primi risultati progetto Prospera

Sant’Omero. Un numero di badanti, o collaboratrici familiari, tra le 500 e le 700, molte delle quali operano in maniera irregolare. La domanda e l’offerta di questo tipo di prestazioni, almeno in Val Vibrata, è in continua crescita, e la conferma arriva anche dal corso di base per assistenti familiari (oltre 60, tra i quali anche un uomo), che poi saranno i primi nominativi ad essere inseriti nel cosiddetto registro della bandanti. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine del progetto Prospera (progetto sperimentale anziani), commissionata dall’Unione dei Comuni della Val Vibrata, e realizzato dall’ Ati (K_Shift/Leadercoop Formazione). I dati dell’indagine, che poi fanno parte di un progetto molto più ampio (ricerca, costruzione delle rete locale, informazione e sensibilizzazione e sperimentazione di servizi innovativi), sono stati illustrati, questa mattina, da Alberto Pompizi, presidente dell’Unione dei Comuni, da Maurizio D’Amario (responsabile del progetto Prospera) e da Andrea Buonaspeme. I risultati dell’indagine, pubblicati integralmente sul sito dell’Unione dei Comuni, dipingono un quadro molto chiaro su come il fenomeno del badantato si connota in Val Vibrata, ma evidenzia anche quelle che sono le esigenze dei fruitori delle prestazioni e di chi le offre. Uno degli aspetti principali del fenomeno, riguarda le modalità di reperimento delle badanti: il passaparola la fa ancora da padrone (oltre a delle agenzie atipiche); la maggior parte di essere arriva da paesi dell’Est Europa, mentre molto discriminate sono le donne di colore, per una mancata accettazione delle stesse per un fattore culturale.

Gli aspetti critici, invece, riguardano soprattutto le difficoltà di entrare nel meccanismo per trovare “la persona giusta”, e la necessità da parte delle famiglie di affidare le cure dei propri cari a persone professionalmente qualificate. L’attività del progetto, come spiegato nella conferenza stampa, poi si compone dell’attivazione di un vero e proprio sportello nei vari Comuni del comprensorio, che hanno fornito una collaborazione significativa nella stesura dell’indagine e con gli altri attori che hanno sottoscritto l’accordo: Provincia di Teramo, centri per l’impiego di Nereto e Giulianova, Anolf di Teramo, Caritas di Corropoli e Unione dei Comuni.