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Dalla crisi al rilancio della Val Vibrata: convegno della Cisl a Martinsicuro

Martinsicuro. Solo un’assunzione su 4 prevede contratti di lavoro a tempo indeterminato, mentre oltre 6mila persone sono in cassa integrazione e difficilmente torneranno a recitare un ruolo attivo nel mercato del lavoro. Dati chiari, inequivocabili, della crisi economica che morde la provincia Teramana e nello specifico la Val Vibrata.

Attorno a questi numeri, che sono soltanto alcuni che fotografano la crisi economica, si ragionerà a Martinsicuro, nel corso di un convegno (promosso dalla Cisl di Teramo), in programma sabato 18 dicembre (dalle 9), nella sala consiliare. “ Dalla crisi al rilancio della Val Vibrata”, è il tema del convegno, al quale prenderanno parte, oltre agli esponenti del mondo sindacale della Cisl (Alberico Maccioni, Antonio Liberatori, Salavatorino Puglia, Antonio Scuteri, Maurizio Spina) e del mondo politico e delle istituzioni (il Governatore Gianni Chiodi, presidente della Provincia Valter Catarra, il sindaco Abramo Di Salvatore e Alberto Pompizi, presidente dell’Unione dei Comuni). “ L’occasione” si legge in una nota della Cisl, “ sarà utile per dibattere sullo stato dell’economia territoriale, delle principali emergenze da affrontare e dei rimedi da adottare per evitare che la strada imboccata porti verso il baratro”. A corredo del convegno, saranno illustrati alcuni dati sul mondo del lavoro, che solo in parte sintetizzano il dramma in corso. Nei primi undici mesi del 2010, infatti, sono stati assunti (in provincia) 50717  lavoratori, mentre quelli licenziati sono stati 46772. Il che significa, che solo il 25% delle assunzioni riguarda rapporti di lavoro stabili e duraturi. Altra emergenza, poi, riguarda la perdita del potere d’acquisto degli stipendi. Il 27% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà (meno di mille euro al mese), mentre il 75% degli anziani incassa pensioni che non superano le 750euro mensili. Da gennaio a settembre, infine, sono state autorizzate oltre 10milioni di ore di ammortizzatori sociali, che da sole rappresentano il 47% del monte ore regionale. Negli ultimi tre anni, infine, sono quasi mille (994) le aziende che hanno chiuso i battenti. “ Per uscire dal guado della crisi”, spiega la Cisl,” bisogna puntare al rilancio dell’industria manifatturiera, che da sola rappresenta il 38% del Pil provinciale, e di quella turistica, visto che il 60% dei flussi turistici della regione sono garantiti dal Teramano.