Teramo, il “massacro sociale” della Cassa Integrazione: la denuncia della Cgil

diodoardo_cgilTeramo. Un dato a dir poco allarmante: 11.644.288. Sono le ore in assoluto di Cassa Integrazione Guadagni riferiti al periodo gennaio-novembre 2010 (dati Inps) che, se confrontate con quelle delle altre province abruzzesi Chieti: 7.689.956; L’Aquila: 7.637.143; Pescara: 2.879.606; Abruzzo: 29.850.960) evidenziano quello che la Cgil Teramo definisce un vero e proprio “massacro sociale”.

“L’abbiamo ripetuto in tutte le salse, ma non in tutte le lingue” scrive in una nota il segretario provinciale Giampaolo Di Odoardo. “ Nei prossimi giorni tradurremo denuncia, proposte ed analisi in almeno nove lingue ed anche in dialetto, nella speranza che divenga chiaro a tutti ed ad ognuno. Il caso Teramo, iper certificato, ha fatto, in queste ultime settimane, pur se con fatica, passi avanti, in positivo, grazie all’azione delle forze sociali e delle Istituzioni”. Ma non basta. “Occorre fare di più: trasformare le intese, gli accordi, i protocolli, le dichiarazioni e l’intera rete tesa a tirar fuori dalle sabbie mobili della crisi che sta inghiottendo la nostra Provincia, in delibere ed atti attuativi, finanziati e finanziabili, in un percorso tracciato, da far divenire praticabile per le undicimila aziende, per le migliaia di lavoratori, cassintegrati, disoccupati, precari, giovani, migranti e inoccupati”. Una vera emergenza, alla quale occorre rispondere con un’altrettanta incisiva azione.

“Mentre si opera ai vari livelli istituzionali, si devono produrre gli auspicati e concordati incontri con gli istituti bancari, la Fondazione, l’Università, la Camera di Commercio e gli altri soggetti congiuntamente individuati per definire i loro compiti, il loro ruolo, il loro protagonismo. In gioco vi è sia la sopravvivenza socio-economica di una provincia, il suo stesso essere provincia, e sia la materialità del vivere quotidiano delle persone in carne ed ossa, le loro speranze ed il loro poter immaginare un futuro, o, almeno, la possibilità di poterlo immaginare. Non è così per tutti, com’è ovvio, ma è certo che lo è per tantissimi”.

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