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Teramo, la denuncia della Cgil: “sulla sanità mancano idee e progetti”

Teramo. Nel 2013 la provincia di Teramo avrà il 38 reparti ospedalieri in meno, 175 posti letto in meno, una struttura pubblica in meno ed una privata in più. Sono queste le previsioni della Cgil di Teramo, sulla base del Piano Sanitario Regionale. O meglio, sulla base di “quanto” si conosce del Piano Sanitario. I dati sono stati presentati questa mattina da Giampaolo Di Odoardo, Amedeo Marcattili e Monia Pecorale, della Funzione Pubblica Cgil.

“Serve una medicina del territorio” ha detto subito Di Odoardo “e servono ospedali pubblici in grado di offrire servizi di qualità. E, cosa ancora più importante, servono idee e proposte per far funzionare la sanità abruzzese”. Idee e proposte che, secondo i sindacalisti, non possono non partire prima di tutto dall’assessore competente. “Venturoni” dice a proposito Marcattili “aveva proposto di utilizzare per l’ospedale di Sant’Omero la stessa politica della TeAm, ossia un misto tra pubblico e privato. Non è bello paragonare un secchio dell’immondizia ad un malato. I quattro ospedali della provincia di Teramo devono rimanere pubblici”. E aggiunge: “Da dieci anni si parla del nuovo ospedale di Giulianova: non c’è un progetto, l’area è stata individuata dal Comune e non si sa da dove arriveranno i finanziamenti. Però si continua a discutere. Così si prende solo in giro la cittadinanza. Noi denunciamo con forza questa politica degli annunci. Venturoni non ha mantenuto una promessa in due anni e mezzo, continua solo a fare annunci”. Secondo il sindacato, inoltre, la provincia di Teramo ha già dato molto alla sanità regionale, se si considera che in Abruzzo ci sono in totale 35 ospedali, di cui 31 nelle provincia di Pescara, L’Aquila e Chieti. “Eppure da Teramo parte ogni giorno una fila di auto blu: Chiodi, Venturoni, Gatti, Di Dalmazio, Morra quali vantaggi hanno portato al territorio? Non è bastato quello che è successo con le cliniche private di Angelini? Si continua a proporre la filosofia della privatizzazione? Noi diciamo no, così come diciamo basta agli ospedali gemelli: ognuno deve avere la propria specificità”. Tornando poi nello specifico al Piano di rientro regionale, “si continua a tagliare il personale, ma la spesa sanitaria non accenna a diminuire” aggiunge Pecorale. “Forse c’è qualcosa che non va. Si continua a parlare di numeri, ma non si parla della carenza di personale infermieristico. Insomma, non si parla più del paziente”.

Marina Serra