Tortoreto, la situazione nelle scuole del Lido: la lettera

Tortoreto. Focus sugli edifici scolastici. O meglio su quello che succede, in fatto di spazi, all’interno delle strutture scolastiche a Tortoreto.

 

 

 

Ad aprire una discussione sulla tematica è l’associazione Altamarea, con il presidente Elena Riccitelli. Diversi gli aspetti che emergono nella lettera.

 

 

Riflessione che nascono anche dal fatto che il presidente dell’associazione cittadina opera, professionalmente, proprio all’interno della scuola.

 

La lettera

 

I disagi negli edifici scolastici di Tortoreto Lido permangono anche dopo lo spostamento di tre anni fa tra i plessi. L’utenza è in continuo aumento e i metri quadrati delle aule non sono sufficienti per rispettare il rapporto necessario stabilito dalla normativa sulla sicurezza; oltre alla riduzione degli spazi comuni (atri e corridoi), agli infissi della scuola media non adatti all’altezza dei ragazzi, ai servizi igienici non idonei e sufficienti, sono state costruite nell’attuale scuola primaria due aule con pareti in cartongesso dove non è possibile fare lezione.

 

 

 

 

I piccoli alunni sono i primi a vivere, quotidianamente, questo disagio insieme agli insegnanti che il 22 dicembre hanno inviato una lettera al dirigente scolastico chiedendo di farsi portavoce con l’amministrazione comunale, che a tutt’oggi non ha dato risposta. Andrebbero insonorizzate non solo le pareti ma anche il soffitto delle due aule, anch’esso realizzato in cartongesso. Le famiglie sono sul piede di guerra. Personalmente, guardando indietro nel tempo, sono molto amareggiata. Il 4 giugno 2013 inviai a tutte le autorità coinvolte il mio disappunto riguardo alla decisione dello spostamento tra i plessi del Lido.

 

 

 

Già precedentemente, avevo partecipato in qualità di RLS ad un incontro durante il quale provai ad esprimere le mie perplessità ma fui ammonita e zittita dall’ex presidente del consiglio d’Istituto. Purtroppo, per chi mi conosce, amo produrre piuttosto che parlare e il mio grosso difetto è il pragmatismo. In quella sede mi si chiedeva di appoggiare una proposta che non era stata “simulata” neanche sulla carta e che prevedeva, a mio avviso, una spesa eccessiva che non avrebbe portato alla soluzione del problema “aule pollaio”.

 

 

 

Con la convinzione che ognuno debba agire nel rispetto del ruolo che occupa, purtroppo ho assisto in quel periodo ad una sovrapposizione di ruoli che portò solo tanta confusione. Nella lettera che inviai all’allora sindaco Gino Monti, al Dirigente Scolastico, l’assessore all’istruzione, al Presidente del Consiglio d’Istituto e ai componenti. Il mio appello, anche come cittadina, di non spendere con superficialità il denaro pubblico perché non avrebbero risolto i problemi, fu accorato.

 

 

 

Oggi, dopo due anni le mie previsioni si stanno rivelando veritiere. Non sono sufficienti poche righe per esprimere nel dettaglio i disagi creati dallo spostamento dei plessi e chi ne ha tratto vantaggio, ma vi assicuro che se potessi rimetterei quasi tutto come era prima e utilizzando quel denaro in modo più proficuo.

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