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Teramo, Pomante: “Come sta davvero la Banca di Teramo?”

Il consigliere comunale di opposizione Gianluca Pomante chiede conto dello stato di salute della Banca di Teramo, fresca della fusione con Bcc di Castiglione e Pianella.

“Sebbene possa apparire più interessante dell’unione con Banca di Roma (il cui capitale sociale, superiore ai 200 milioni di euro, avrebbe potuto determinare, con la riforma in itinere in Parlamento, la conversione in società per azioni e il conseguente azzeramento delle quote dei risparmiatori teramani, gravate dai crediti inesigibili), la nuova operazione non consente ancora di dormire sonni tranquilli – dice Pomante – non essendo note le richieste formulate dall’altro Istituto per concedere il proprio assenso alla fusione. Sicuramente saranno gravose per i teramani, il cui capitale, per quanto è dato conoscere, risulta gravato da una consistente mole di crediti deteriorati (una svalutazione di 4 milioni di euro in occasione dell’approvazione dell’ultimo bilancio), con probabile tendenza all’aumento, complice la crisi economica e la stagnazione dei mercati locali, che determinano utili risibili (394mila euro risultanti dall’ultimo bilancio)”.

E prosegue: “Garantita la territorialità, che permetterà alle imprese e alle famiglie di mantenere almeno un rapporto di buon vicinato con il nuovo Istituto e di non essere semplici numeri su un terminale, viene però spontaneo formulare alcune domande al consiglio di amministrazione di Banca di Teramo, ammesso che qualcuno abbia la bontà di rispondere e di spiegare per quale ragione, solo qualche mese fa, venivano rassicurati i soci e i dipendenti sulla conservazione del valore delle azioni e, soprattutto, di tutti i posti di lavoro, mentre oggi tutto tace. Considerato il prossimo rinnovo del Consiglio di Amministrazione, per quale ragione è stato stilato un accordo con tale celerità? Le condizioni finanziarie dell’Istituto sono ormai talmente precarie da non poter neppure attendere i nuovi consiglieri? Quali condizioni ha posto la BCC di Castiglione e Pianella per la fusione, oltre alla perdita del nome dell’Istituto teramano? Quale contropartita, in termini di rappresentanza nel nuovo CDA ha offerto e chi saranno i beneficiari di tali nomine? Quali conseguenze vi saranno per gli sportelli di BCC Teramo e, soprattutto, per il personale dipendente? Saranno garantiti il valore delle azioni e, soprattutto, i posti di lavoro?

Comunque vadano le cose, si appalesa all’orizzonte un altro clamoroso fallimento della politica teramana degli ultimi anni, che, dopo aver perso il suo ultimo protagonista, perde ora anche la sua ultima banca”.