Giulianova. “Sulle questioni importanti occorre essere seri. La vendita di Julia Servizi non è stata un affare per la città ed i cittadini. Ogni trionfalismo è fuori luogo”.
Lo ha dichiarato Il Cittadino Governante in merito alla vendita di Julia Servizi, precisando che “per decenni, prima come servizio comunale, poi come Julia Servizi (partecipata al 100% pubblica), il Comune di Giulianova – grazie alle scelte lungimiranti a favore degli interessi generali compiute dalle amministrazioni di sinistra degli anni ’70 – ha avuto notevoli introiti, decisivi per gli equilibri di bilancio, pur erogando gas a prezzi concorrenziali. Entrando nel merito della vendita appare ancora più chiaro che davvero Giulianova ha fatto un cattivo affare. Volete sapere perchè? Basta confrontare questi dati: Il Comune di Francavilla un anno fa ha venduto a 5 milioni 526 mila euro Alento gas (la sua partecipata per la vendita del gas) con 13.00 utenti e ricavi per circa 6 milioni nel 2013, partendo da una base d’asta di 3.664.000 euro su cui gareggiarono 4 offerte. Il Comune di Giulianova ha venduto Julia Servizi a 5 milioni 387 mila euro pur avendo 14.700 utenti, un impianto di Trigenerazione con rete distributiva, ricavi per oltre di 7,3 milioni di euro nel 2014. L’offerta pervenuta è stata una sola, non contrastata da alcuno, e sostanzialmente in assenza di una vera gara, grazie alla clausola prevista nel bando: ‘si aggiudica anche in presenza di una sola offerta’. In sintesi il comune di Francavilla con una società di 1.700 utenti (e ovviamente meno ricavi) e senza l’impianto di Trigenerazione ha incassato 139.000 euro in più rispetto a Giulianova. Chi l’ha fatto l’affare, allora?”
Per l’associazione giuliese “la sbandierata inevitabilità della vendita è assolutamente opinabile e c’erano senz’altro i margini per poter porre almeno un quesito al Ministero. Perché non lo si è voluto fare? Sappiamo inoltre che non c’era tutta questa urgenza di alienare, come si legge anche sulle pagine nazionali del Messaggero il 9 marzo 2016: ‘Il decreto di attuazione della riforma Madia è stato licenziato dal governo ed è in attesa di passare al Parlamento. Entro fine anno ci sarà una ricognizione delle società controllate dei Comuni e il prossimo anno inizieranno le liquidazioni, cessioni e fusioni che ridurranno da 8 mila a mille le società’. Ora è tutto chiaro: l’inevitabilità e l’urgenza della vendita erano una montatura per fare cassa. Sulla questione Julia Servizi da tempo c’erano due obiettivi diversi:
L’Amministrazione aveva l’obiettivo di fare soldi, perciò ha fatto leva su ogni cavillo per dire che era costretta all’alienazione dalle leggi. E naturalmente si è ben guardata dal ragionare su qualsivoglia ipotesi alternativa. Il Cittadino Governante, invece, proponeva di fare di tutto per conservare, totalmente o parzialmente, la partecipata e magari potenziarla con l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Tutto ciò indicando anche i passaggi normativi che potevano consentirlo in una legislazione in continuo divenire. Ci siamo scontrati con chi evidentemente pensava già ad altro: agli amministratori interessava solo vendere per gestire i soldi del ricavato – magari in vista delle prossime elezioni – e non sono stati nemmeno capaci di trarre dalla gara il massimo profitto possibile”.
Ora Il Cittadino Governante spera che “alla luce delle scadenti opere pubbliche realizzate nell’ultimo decennio, si voglia almeno seriamente discutere di come impiegare le risorse ricavate dalla vendita della Julia Servizi; e si tenga il consiglio da noi chiesto sul tema dell’energia per parlare del destino di Julia Rete e degli investimenti nell’ambito dell’autoproduzione energetica”.
Il Cittadino Governante è “sempre aperto al dialogo ma il dialogo si fa in due ed avendo sullo sfondo sempre la cura degli interessi generali e dei beni comuni”.