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Sant’Omero, piano per privatizzazione ospedale. Idv: “vendita illegale”

Sant’Omero. Fino ad ora era una strategia, ora invece l’ipotesi di aprire le porte ai privati, nella gestione dell’ospedale di Sant’Omero, inizia a comporsi di atti amministrativi ben precisi. Nei giorni scorsi, infatti, il manager della Asl Mario Molinari ha firmato una specifica delibera con la quale avvia quella che viene definita “sperimentazione” per quanto riguarda la struttura ospedaliera della Val Vibrata.

Parecchi aspetti di natura tecnica dovranno ancora essere definiti, anche se oramai il percorso è tracciato: la gestione dell’ospedale sarà la risultanza di una compartecipazione tra pubblico (51%) e privato (49%). L’operazione, che era nell’aria da mesi, ha subito generato reazioni politiche, anche sotto Ferragosto. “ Per cedere a privati un ospedale pubblico è necessaria una legge regionale” chiosa Cesare D’Alessandro, consigliere regionale dell’Idv. “Lo avevamo detto nei mesi scorsi, quando la possibilità di cedere a privati l’ospedale di Sant’Omero compariva per la prima volta nel Piano Industriale della Asl di Teramo, poi cestinato dall’assessore Venturoni. Ne siamo ancora più convinti oggi, dopo che il Piano Operativo 2010 ha ricompreso i posti letto dell’ospedale vibratiano, debitamente “ingrassati”, nella quota “pubblica” e non in quella “privata”, a conferma di una scelta che un Direttore generale da solo non può di certo mettere in discussione. Avevamo in qualche modo informato la Asl di Teramo che avremmo ritenuto qualsiasi iniziativa tendente ad alienare a privati l’ospedale di Sant’ Omero del tutto illegale, ma ancora una volta gli interessi dei privati nella sanità sembrano più forti delle stesse regole che dovrebbero governare il sistema. Ci spiace, quindi, dover preannunciare che tutte le iniziative già assunte dalla Asl di Teramo e quelle eventuali successive saranno denunciate dall’Italia dei Valori alle autorità giudiziarie penali e contabili competenti e, approfonditi tutti i risvolti, saranno rese oggetto anche di un eventuale ricorso al Tar. Sono gli unici strumenti che ci restano a disposizione per evitare che, in assenza di specifici vincoli programmatori, le sole sollecitazioni di Chiodi o di Venturoni sul Direttore generale della Asl di Teramo possano bastare a determinare la vendita degli ospedali pubblici. Lo faremo anche per evitare che un simile precedente possa consentire anche agli altri Direttori generali di svegliarsi la mattina e di vendersi altri ospedali pubblici abruzzesi”.

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