Crognaleto, la montagna che muore: appello a Regione e Governo

Crognaleto. Le difficoltà della montagna. Il grido d’allarme arriva da Cognaleto dove ieri, 29 febbraio, il consiglio comunale ha deliberato un provvedimento, votato in maniera unanime, per sensibilizzare la Regione e il Governo su azioni concrete da porre in essere e nell’immediato a tutela delle aree interne, a partire dalle piccole imprenditorie, dai piccoli commercianti che ormai sono quasi del tutto scomparsi.

 

 

“ Un provvedimento dovuto poiché ormai siamo quasi in una fase di non ritorno”, argomenta il sindaco Giuseppe D’Alonzo. “Ogni giorno registriamo situazioni di disagio e di contrarietà per le realtà dell’entroterra da parte delle Istituzioni sopracomunali che oltre danneggiare il trasporto pubblico locale, il sistema sanitario, la scuola, viene sempre meno la possibilità di gestione a quelle micro-imprenditorie che ancora vogliono resistere e quindi dare un servizio al territorio. Nei Comuni montani, il negozio è un ancoraggio della comunità, un luogo di aggregazione prima ancora che di acquisto. Punto multifunzionale dove comprare alimentari, frutta, verdura, prosciutto e formaggi, biscotti e succhi di frutta, poi sigarette e giornali, in sintesi un luogo dove matura la comunità.
Si registra la voglia di giovani e non solo, che decidono di aprire imprese, negozi, avviare start up, in particolare nei settori del turismo, della green economy, dei servizi innovativi, credendo nel rilancio del territorio montano, luogo della “libertà” e della ricerca! Abbiamo le nuove leve ma mancano gli strumenti quantomeno equiparati alla realtà dove tali servizi vengono sempre meno.

 

 
Servono scelte politiche chiare per la difesa dei negozi e delle botteghe di paese, delle piccole imprese che insistono con grosse difficoltà nelle aree interne così come a quel grande sistema che garantisce il proseguo dell’essere in montagna:

LA FAMIGLIA. Salvare i piccoli negozi, le micro-imprese, le famiglie nei Comuni di montagna passa non solo per gli enti sopracomunali, ma anche dalla nuova consapevolezza e dalle nuove scelte culturali di chi vive e frequenta la montagna: no al panino e all’acqua minerale portata da casa, sì all’acquisto nella bottega prima dell’escursione o della giornata sulla neve.
Occorre individuare misure fiscali vantaggiose per esercizi commerciali e imprese presenti nelle aree montane e interne del Paese e della Regione, così da compensare il naturale svantaggio geografico e territoriale, colmando un gap che si rischia di avere conseguenze dirette molto negative, con nuovo abbandono dei territori e aumento della povertà.
Credo sia ora passata perché la Regione attuai sistemi concreti e reali per la tutela delle aree interne, non abbiamo più bisogno di rinvii o di proclami! Servono atti concreti ed immediati! Lo stimolo va soprattutto rivoltolala Regione Abruzzo che tanto dice e poco fa, così come al Governo centrale per il disbrigo burocratico, finché venga definita la cosiddetta legge Realacci”

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