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Provincia Teramo, ispezioni ministeriali. La parola a Ernino D’Agostino

Teramo. Profonda indignazione è quella espressa dai gruppi consiliari di opposizione della Provincia di Teramo all’indomani delle dichiarazioni del presidente Valter Catarra sulle ispezioni ministeriali che stanno riguardando l’ente.

A scatenare la collera di Pd, IdV, Sinistra e Libertà e della lista “La tua Provincia” sarebbero soprattutto i metodi adottati da Catarra a seguito della notizia del dossier ministeriale.

“Riteniamo” fa sapere in merito Ernino D’Agostino “che rendere pubblico un documento non definitivo sia un tentativo del Pdl teramano di creare un caso mediatico sulla Provincia di Teramo”. Due le motivazioni che, secondo l’opposizione, sarebbero alla base della decisione presa: provare a coprire i vuoti di risultati e iniziativa della giunta provinciale e “controbilanciare” gli effetti della bufera abbattutasi in questi giorni sulla giunta regionale.

Nonostante le dichiarazioni del presidente, D’Agostino torna, infatti, a puntare il dito contro un presunto uomo politico del centrodestra che avrebbe fatto trapelare volutamente la notizia. “Catarra nega che esista questo problema” attacca, infatti, D’Agostino. “Evidentemente egli è garantista solo nei confronti di Berlusconi, Chiodi e di chiunque gli sia gerarchicamente superiore”.

L’opposizione provinciale sottolinea di non essere contraria ai controlli, avendo tra l’altro anche chiesto la convocazione della VII commissione del Consiglio provinciale. Ciononostante, sostiene fermamente che, ad una prima analisi del rapporto in questione, non emergerebbe nessun atto deliberativo degli organi politici che presenti profili di illegittimità. “Piuttosto” continua D’Agostino “si tratta di atti gestionali adottati dai dirigenti. Quasi tutti i rilievi riguardano la interpretazione di norme di legge e contrattuali in materia di trattamento economico del personale. Una controversia che, in realtà, accomuna quasi tutti gli enti locali”.

L’opposizione si scaglia, a questo punto, contro il “repulisti” annunciato da Catarra, argomento già toccato durante la campagna elettorale del centrodestra. “Non è stato compiuto nemmeno un passo” critica Ernino D’Agostino “e si registra un quadro di totale immobilismo. Siamo noi a chiedere con forza un repulisti rispetto agli atti di malgoverno della giunta Catarra ed invitiamo vivamente lo stesso ministero ad effettuare un supplemento di ispezione”.

Ma quali sarebbero le presunte “pecche” della giunta Catarra? Lungo l’elenco fornito dall’opposizione provinciale.

1. Nomina da parte della giunta provinciale di un Nucleo di Valutazione del quale fa parte un dirigente del Comune di Teramo, ente che ha contenziosi giudiziari ed economici con la Provincia (conflitto di interessi).

2. Deliberazione della maggioranza consiliare per la cessione delle partecipazioni della Provincia nell’Arpa e nella Team al solo scopo, secondo la minoranza, di consentire il percepimento delle indennità ai consiglieri Micheli e Montebello, con danno economico- patrimoniale (oltre che istituzionale e programmatico) per l’ente.

3. Decisione di dismettere la partecipazione a Banca Etica e di abbandonare, pertanto, i progetti di sostegno al microcredito e di aiuto ai soggetti più deboli in una fase di pesante emergenza sociale.

4. Costituzione della società strumentale “Teramo Lavoro” senza valutazione preventiva dei servizi da affidare, con evidenti profili di illegittimità, disfunzioni nella gestione dei servizi ed aggravi di costi (a parità di servizi erogati e di unità impiegate) per l’ ente: pagamento dell’Iva su parte dei servizi affidati, costi di gestione della società.

5. Modifica, con deliberazione della giunta provinciale, del Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi, con l’introduzione degli staff del Presidente e dei singoli assessori (previsti anche gli incarichi esterni).

6. Abuso dell’istituto di 32 tirocini formativi remunerati: secondo D’Agostino, un modo anomalo per fare assunzioni precarie senza alcuna procedura di selezione.

7. Istituzione di una nuova struttura amministrativa (al di fuori di ogni atto generale di riorganizzazione) ed affidamento dell’incarico al dirigente Antonio Flamminj (con conseguente aumento dell’indennità di posizione), mentre è in corso un procedimento penale a carico dello stesso. Il presidente Catarra avrebbe anche firmato una disponibilità alla transazione per il contenzioso in atto.

8. Violazione del Regolamento per la concessione di aiuti alle istituzioni e agli eventi culturali: nessun contributo della Provincia nel secondo semestre del 2009 e nel primo semestre del 2010 alle principali manifestazioni svolte nel territorio provinciale (quali, ad esempio, lo storico MaggioFest), ma sostanziose sovvenzioni (attribuite  in deroga ai bandi previsti dal regolamento) al “carnevale” organizzato dalla Pro- Loco di Notaresco (4mila euro) e all’evento “Reportage” di Atri (20mila euro).

9. Acquisto di una nuova auto blu per il presidente (costo 53mila euro) senza l’effettuazione di una gara.

10. Inserimento nel bilancio 2010 di una previsione di spesa  (2 milioni di Euro) riguardante gli emolumenti dell’ingegner Carlo Strassil per la progettazione di diverse opere, nonostante i competenti Settori dell’ente ne abbiano contestato la congruità e la legittimità.

11. Contratto di rogito sottoscritto dal Segretario Generale, Gianna Becci, in data 10 dicembre 2009, per il contratto di appalto relativo all’esecuzione dei lavori del II lotto funzionale del tratto S.Anna – Villa Marchetti della Pedemontana Abruzzo- Marche. Stando a quanto dichiarato da D’Agostino, sembra che quel giorno il segretario fosse in malattia (e quindi fuori servizio) e che l’accelerazione di quel contratto, qualora fosse accolto il ricorso nel frattempo presentato, costerebbe molto all’ente.

12. Notizie insistenti di indebite pressioni da parte degli amministratori  per il blocco o l’annullamento di sanzioni amministrative soprattutto nei confronti della polizia provinciale.

A sostegno della loro tesi, i gruppi consiliari rendono anche noto che la riunione della Commissione Consiliare di Vigilanza e di Garanzia, convocata su loro richiesta, è stata disertata dal presidente Valter Catarra e dai rappresentanti del Pdl.

“Fra le motivazioni addotte dal presidente per giustificare l’assenza (con una comunicazione inviata per posta elettronica al presidente della Commissione alle ore 18.01 di ieri)” spiegano in proposito “ve ne è una gravissima: la Commissione, a giudizio di Catarra, potrebbe esaminare gli atti “solo dopo la conclusione del procedimento”. Appena tre giorni fa, il presidente della Provincia aveva detto, in relazione alla pubblicazione su organi di stampa del rapporto, che non vi era alcun problema perché, pur trattandosi dell’atto intermedio di un procedimento di verifica in corso, “non è un atto riservato”.  Si arriva così all’assurdità di un atto che può tranquillamente essere divulgato, senza alcuna forma di riservatezza, ma non può essere esaminato da una Commissione che ha per legge il compito di esercitare le attività di garanzia e di vigilanza. Si tratta di un atteggiamento scandaloso” concludono i gruppi consiliari, “che segnala  la volontà  di sfuggire ad un confronto rigoroso e trasparente nelle sedi istituzionali preposte”.