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Consorzio Piomba-Fino, pagate le indennità ai componenti del CdA: scoppia la polemica

Atri. “Sono passati già due giorni da quando, sulla nostra pagina facebook ‘Atri non si tocca’, abbiamo chiesto chiarezza denunciando pubblicamente l’incresciosa situazione del ripristino delle indennità per i componenti del CdA del Consorzio Piomba Fino, puntualizzando le motivazioni che ci portavano a dire che tali indennità non erano dovute. A giorni di distanza, perdurando il silenzio dei soggetti coinvolti, sentiamo il dovere di dare ulteriore risonanza a tale tematica”.

Lo ha denunciato il Movimento civico Atri non si tocca ricordando che “tempo fa avevamo già parlato della questione delle indennità spettanti al CdA. del Consorzio Piomba Fino, che tanto scalpore aveva creato all’indomani della nomina dei propri componenti, che per “mera coincidenza” erano rispettivamente il presidente, Alessandro Italiani ( fratello dell’assessore all’ambiente del Comune di Atri), ed i consiglieri Piergianni Cilli, (figlio del sindaco di Castilenti), Alessandro Valleriani, (ex assessore esterno comune Silvi) poi sostituito da Antonella Mazzone. Sono anni che si discute circa la legittimità a ricevere indennità da parte dei componenti del CdA. del Consorzio (che ricordiamo essere partecipato da vari comuni tra i quali quello di Atri) ed è tuttora in corso una causa civile presso il Tribunale di Teramo che dirimerà tale questione. Nonostante all’atto di nomina del nuovo CdA. il Presidente dell’Assemblea del Consorzio Ernesto Piccari affermò che non si potesse parlare di “parentopoli”, evidenziando che i componenti del CdA. svolgessero le loro funzioni a titolo gratuito, la realtà lo ha smentito nei fatti in quanto i componenti del CdA. nominati dall’assemblea (integralmente politica) composta dai Sindaci dei comuni consorziati, compreso il Sindaco Astolfi, recentemente ha deliberato che il Consorzio abbia natura di azienda speciale rientrante nella categoria di Ente Pubblico economico e pertanto ha ritenuto legittimo erogare le indennità ai componenti del CdA. precedentemente nominati”.

Morale della favola Atri non si Tocca precisa che “l’ingegner Alessandro italiani si è vista liquidata la somma di euro 32.600 solo per gli anni 2014-2015, il consigliere Cilli la somma di euro 10.530 e la consigliere Mazzone la somma di euro 9.360. Meno male che era gratuito l’incarico! Mentre negli altri comuni ci sono esperienze di consorzi nei quali i membri del CdA. svolgono realmente a titolo gratuito le loro funzioni, per il Consorzio Piomba Fino addirittura si è voluto precisare la natura di Ente Pubblico economico per liquidare le indennità. In realtà, nella stessa Delibera che determina la liquidazione delle indennità, viene precisato che comunque in caso in cui intervenga una sentenza contraria al riconoscimento degli emolumenti il Consorzio agirà in autotutela; allora forse non si è molto convinti circa la legittimità di erogare queste indennità? Perchè allora tutta questa fretta nel liquidarli? E cosa dirà il collegio dei revisori dei conti che un anno fa aveva sollecitato i Sindaci a prendere provvedimenti per cancellare questa indennità? A noi questa vicenda dell’erogazione delle indennità ai componenti del CdA. del Consorzio Piomba Fino, che ricordiamo è un consorzio a cui il Comune di Atri partecipa con circa il 25% delle quote, non quadra proprio alla luce dei pareri e delle pronunce della giustizia amministrativa che in più occasioni si è pronunciata per la gratuità dei compensi ai componenti del CdA. anche di Aziende Speciali (oltre che dei Consorzi) che dipendono finanziariamente da Enti Pubblici, e questo sembra proprio essere il caso del Consorzio Piomba Fino a prescindere da qualsiasi parere legale (pro veritate) di avvocati incaricati dallo stesso in quanto il Consorzio Piomba Fino riceve annualmente le quote associative dei vari Comuni che a fine 2014 sono state anche aumentate del 50%.  Siccome in passato sono state sollevate accuse di parentopoli riguardanti proprio il CdA., al fine di mostrare la massima trasparenza ed evitare eventualmente che si possano indebitamente erogare soldi pubblici con conseguente danno erariale anche per il comune di Atri ci auguriamo che il Sindaco Astolfi quantomeno si attivi per chiedere un parere alla Corte dei Conti circa la legittimità del riconoscimento di tale indennità ai componenti del CdA. del Consorzio”.

I rappresentanti del Movimento si definiscono “senza parole, certamente questa situazione crea molto imbarazzo alla giunta Astolfi visto che uno dei componenti del C.D.A. al quale sono state liquidate le indennità è fratello dell’Assessore all’Ambiente della Giunta atriana e perché è innegabile che parliamo di incarichi assegnati da un’assemblea composta unicamente dai sindaci dei Comuni consorziati e pagati sempre con soldi pubblici, senza dimenticare che le tasse comunali sui rifiuti aumentano sempre di più così come aumentano le persone che non riescono ad arrivare a fine mese e non riescono a pagare queste tasse”.

Sul Consorzio il Gruppo Consiliare del PD ricorda che “presentò una interrogazione con quale si invitava il Sindaco di Atri a intraprendere dovute iniziative per l’abrogazione delle indennità allora attribuite e per il recupero delle somme erogate illegittimamente; Dopo molto tempo arrivò la nota del sindaco Astolfi ove si annunciava la sospensione della erogazione delle indennità e nient’altro.

I consiglieri democratici denunciano i componenti del CdA del Consorzio che continuano a ricevere indennità, “infatti la Delibera dell’Assemblea che qualifica il Consorzio come Ente pubblico economico (n.9/2015), comporta anche l’ applicazione al Consorzio del divieto di erogare indennità agli amministratori, ciò in quanto al Consorzio non solo pare applicarsi l’art. 5 comma 7 del D.L. n. 78/2010 (nella norma non si fa alcuna distinzione tra forme associative aventi natura di Ente pubblico economico e non) , ma anche l’art. 6 comma 2 del medesimo decreto che è applicabile anche agli enti pubblici economici ad esclusione di quelli individuati espressamente con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Non risulta che il Consorzio Piomba- Fino sia stato individuato a tal fine dal Ministero dell’Economia. Da precisare altresì che la Corte dei Conti sezione autonomie ha recentemente precisato (decisione 14 settembre 2015 n. 29) che l’art. 6 del D.L. n. 78/2010 si applica anche alle autonomie locali e alle forme associative delle autonomie locali, tra cui rientra anche il Consorzio Piomba Fino. Perché non si è aspettata la decisione del Tribunale che si sta occupando della vicenda? Perché non si è chiesto preventivamente un parere al Ministero competente?
Perché nella Delibera il Direttore si riserva l’autotutela e nello stesso tempo si dispone l’immediata esecutività dell’atto? Allora che facciamo di fronte a tanta arroganza e disinvoltura? A nostro avviso va convocata, urgentemente, L’Assemblea Consortile per esaminare tale questione ed emanare i giusti indirizzi agli organi direttoriali ed amministrativi. In mancanza i Comuni si accolleranno spese non dovute e di difficile recupero”.

Il Partito Democratico atriano è pronto ad intraprendere “e dovute iniziative politiche e legali” e, da sempre “favorevole al riconoscimento di una giusta indennità per chi si dedica onorevolmente alla amministrazione della cosa pubblica rifuggendo dalla facile demagogia di questi tempi”, ricorda che “a nessuno è stato imposto di fare l’amministratore e quando questo è un incarico politico- onorifico, o lo si accetta oppure si danno le dimissioni”.

CONSORZIO PIOMBA-FINO PENSA A RIFIUTI ZERO: ECCO LE DELIBERE

Comunicato Stampa

Delibera CdA n.86 del 29.12.2015