A partire poi dal diretto interessato.
E’ lo stesso consigliere regionale del M5S, infatti, con una nota diffusa in serata a puntualizzare una serie di aspetti. Dalle considerazioni generali alla vicenda giudiziaria in questione.
” Una precisazione va fatta innanzitutto sulla risonanza che si è voluta, incomprensibilmente, dare alla vicenda”, sottolinea Mercante, ” trattandosi di una banale controversia in sede civile risalente, addirittura, al 2008, e che attiene solo ed esclusivamente alla mia sfera professionale ed alla mia vita privata e che nulla ha a che fare con la mia attività di Consigliere regionale e con la funzione pubblica da me svolta.
Devo, inoltre, ribadire che si tratta di una sentenza di primo grado e che ho già dato mandato al mio legale affinché si proceda in appello. Sono assolutamente sereno avendo sempre svolto il mio lavoro con la massima diligenza e con quella onestà che mi ha sempre caratterizzato nella professione, nella attività politica e nella vita familiare, e sono assolutamente certo che in secondo grado si riuscirà a chiarire definitivamente l’intera vicenda.
Riguardo, poi, al merito della questione, è di tutta evidenza come il pronunciamento del giudice onorario abbia avuto origine da una erronea interpretazione dei fatti. Relativamente alle operazioni contestate devo, infatti, precisare che non si trattava di un servizio di consulenza finanziaria ma di raccolta ordini nel quale il promotore finanziario è mero esecutore delle disposizioni del cliente. Per quanto riguarda, infine, le commissioni applicate, si tratta di somme del tutto legittime che devono essere corrisposte normalmente in caso di operazioni come quelle in questione e che, anzi, nel caso specifico, erano state commisurate al cliente benestante e molto esperto in misura scontata, segnatamente 0,15% contro una media di mercato dello 0,50%”.