Teramo. Il consiglio comunale di ieri sera a Teramo, tutto dedicato alla sanità, con la presenza dell’assessore regionale Silvio Paolucci, ha avuto l’effetto di rilanciare una discussione politica e strategica relativamente ai futuri assetti dell’azienda sanitaria. Che potrebbe anche essere unica, visti anche gli indirizzi che arrivano dal Governo.
Sul tema c’è una lunga lettera a forma di Vincent Fanini, coordinatore provinciale di Forza Italia che condensa tutti i propri dubbi. Con particolari attenzioni per quello che potrebbe essere il futuro dell’ospedale di Sant’Omero. Già salvato qualche anno fa.
L’intervento
“Da indiscrezioni”, scrive Fanini, “apprendo che il Presidente della Regione D’Alfonso e l’Assessore Regionale alla Sanità Paolucci intenderebbero recepire il decreto Lorenzin, così da mettere in atto un nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera, con la creazione di una ASL unica regionale.
A parte la confusione che una ASL unica comporterebbe, e che ben si può immaginare, l’assunzione di un confuso nuovo piano ospedaliero rischia di mettere in serio pericolo l’erogazione di efficaci ed efficienti servizi sanitari essenziali. Un ipotetico declassamento della rete ospedaliera territoriale farebbe crollare la fiducia e la tranquillità della comunità locale, minando il buon diritto alla salute pubblica dei nostri concittadini, diritto costituzionalmente protetto.
Ho assistito all’intervento dell’Assessore Paolucci durante il Consiglio Comunale Straordinario di ieri sera a Teramo ma non sono rimasto affatto soddisfatto dalle sue dichiarazioni; non ho percepito le dovute rassicurazioni del caso, tutt’altro. E poi, nel contesto generale, a me sembra che si voglia trascurare un dato di non poco conto: tra le quattro province abruzzesi, Teramo è l’unica che non vede la presenza sul proprio territorio delle cliniche private, quindi, a maggior ragione la sanità pubblica teramana va sensibilizzata, potenziata e difesa a denti stretti.
Scendendo nel particolare, Teramo, Giulianova ed Atri a parte, tutti ricorderanno le precarie condizioni dell’Ospedale Val Vibrata di Sant’Omero di qualche anno fa; un nosocomio quasi chiuso, semideserto, che produceva un elevato indice di mobilità passiva. Ebbene, a distanza di qualche anno, grazie ad incisivi provvedimenti dell’allora Giunta Chiodi, l’Ospedale Val Vibrata è rinato, invertendo gli indici negativi di un tempo, distinguendosi sul territorio per svariate eccellenze.
Molti sono i casi pratici, di pazienti provenienti anche dall’ascolano e che oggi si rivolgono a Sant’Omero per farsi curare, con risultati più che soddisfacenti: un dato impensabile fino a qualche tempo fa. E ci sta tutto, perché oltre ad essere una struttura idonea, a norma, ampliabile, l’Ospedale Val Vibrata è facilmente raggiungibile perché in una posizione strategica; basti pensare alla centralità del suo raggio d’azione ed al bacino d’utenza della Val Vibrata: oltre 75 mila abitanti, che diventano più di 110 mila durante la stagione estiva. Solo a pensare che l’Ospedale Val Vibrata possa essere addirittura spogliata del suo Pronto Soccorso, vengono i brividi !
Condivido e mi associo alla preoccupazione dei Sindaci dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata.
Ciascun cittadino vibratiano, teramano ed abruzzese vorrebbe sentir parlare di una sanità regionale sicura, efficiente, che risolve problemi, che si spacchi in quattro per la comunità territoriale, per gli anziani, per i meno abbienti, in grado di garantire servizi di assistenza sanitaria di certificato livello per tutti; nessuno vuole sentir parlare di declassamento degli ospedali o di chiusura di reparti !
Le scelte della politica debbono essere sempre di grande serietà e responsabilità, ad esclusivo interesse e maggior tutela possibile della collettività”.