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Roseto non è una città per la cultura (e il teatro)

Roseto. “La richiesta pubblica da parte del coro polifonico Ars Vocalis per uno spazio coperto teatrale dove poter esplicare la propria attività artistica, dimostra inequivocabilmente una città che sta segnando il passo”.

Lo ha dichiarato il segretario pro tempore del Fronte Nazionale, Luigi Felicioni, precisando che “una città con un ricco, vivace e apprezzato microcosmo culturale, ma che nel merito non riesce a sdoganarsi oltre i locali della ormai satura biblioteca e della Villa Comunale. Per rappresentazioni teatrali, figurative o culturali che siano, bisogna sempre raccomandarsi alla bella stagione per usufruire della piattaforma retrostante la Villa Comunale e, nelle alternative invernali, alla disponibilità del decentrato cinema privato Odeon.  Non può quindi non tornarci in mente quella grande opportunità persa dalla città, rappresentata dal progetto vincitore del concorso indetto dalla Fondazione Tercas per la riqualificazione della diroccata Villa Clemente: un grande auditorium con annessi locali utilizzabili in maniera polivalente per le arti della musica, del canto e della recitazione oltre a spazi appositi per una nuova e ampia pinacoteca. Un progetto che poteva diventare, oltre che ricercato e identificativo simbolo cittadino, di importanza fondamentale per la crescita e lo sviluppo culturale della nostra Roseto. Invece oggi cosa rimane? Nulla, ricordando il nulla della amministrazioni di centrosinistra: capaci anche di farsi sfuggire, da perfetti inetti amministrativi, finanziamenti seppur parziali, oltre al nulla dell’incapacità di attuare un percorso progettuale, anche a piccoli step, in oltre vent’anni di vacche grasse. Ma ricordiamo nel merito anche questi 4 anni e mezzo di nulla dell’amministrazione di centrodestra: il nulla di nessuna attività di indirizzo per il problema di Villa Clemente; il nulla per zero attività di indirizzo culturale per un nuovo polo assolutamente necessario; il nulla per una seria verifica di opportunità di finanziamento culturale europeo; il nulla per una fattiva valutazione di un ‘project financing’ che avrebbe permesso una rivalutazione del progetto Villa Clemente; il nulla della solita scusa dove poter gettare ogni tipo di speranza per una Roseto migliore: siamo in crisi, abbiamo tagli, non ci sono i soldi. Unico comun denominatore tra centrosinistra e centrodestra: il puntuale inserimento di un nuovo polo culturale nei programmi elettorali degli ultimi 20 anni. Naturalmente sempre disatteso”.

Secondo Felicioni “rimane quindi solo una Roseto povera e deficitaria nelle strutture culturali dedicate, ma invero sempre ricca della solita ottusa politica del proprio orticello, come testimoniano le puntuali centinaia di migliaia di euro regalati ogni anno ad associazioni e cooperative amiche. Con la cultura che rimane a guardare alzando la mano e chiedendo timidamente anche solo qualcosa di posticcio e temporaneo dove poter operare. Per il Fronte Nazionale Roseto l’attenzione verso la cultura e le relative strutture, sarebbero imprescindibile priorità”.