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Silvi, approvata la mozione di Sel sul reddito di dignità

Silvi. Nella seduta di consiglio comunale di ieri, è stata approvata la mozione presentata dallo gruppo consiliare Silvi 2024/Sel di sostegno e adesione alla campagna di libera per un reddito di dignità, a favore alla campagna “100 giorni per un reddito di dignità” portata avanti da don Luigi Ciotti contro le mafie.

“Ringraziamo tutto il Consiglio Comunale di Silvi ed in particolare ( i 10 consiglieri comunali) che hanno dato il loro voto a sostegno di questa campagna, dopo un acceso dibattito ed una animata discussione, il voto ha confermato il corpo della mozione, grazie anche al contributo del Gruppo Consiliare Silvi Bellissima”.

Lo ha dichiarato Antonio Del Vecchio, capogruppo di Sel, sottolineando che “anche il Comune di Silvi, quindi, si inserisce, in quei comuni che con il loro voto daranno sicuramente una spinta decisiva verso un nuovo welfare , che porti a partorire una legge che preveda un reddito di dignità (reddito minimo garantito o di cittadinanza) per quella parte di cittadini che hanno perso il lavoro, grazie al quale, poter riacquistare diritti e doveri. Nelle prossime settimane seguiranno altre attività politiche di consiglio nella direzione dei diritti dei cittadini”.

L’ORDINE DEL GIORNO URGENTE A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA PER IL REDDITO DI DIGNITA’

PREMESSO CHE:

Nelle previsioni Eurostat del 3 ottobre 2005, si indicava l’Italia come “uno dei Paesi dell’Unione Europea con il più elevato tasso di rischio di povertà. Senza interventi sociali e di sostegno al reddito il rischio di povertà e disagio sociale ed economico potrebbe avere effetti devastanti”. Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa, secondo i dati Istat, ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Sono infatti 10 milioni quelli in povertà relativa, il 16,6% della popolazione complessiva, ed oltre 6 milioni, il 9,9% della popolazione, in povertà assoluta.
Oltre i dati relativi alla condizione specifica della povertà, dobbiamo comprendere nel computo finale tutte quelle fasce sociali a rischio povertà: dai working poor (oltre 3,2 milioni di lavoratori e lavoratrici) ai precari, dagli over 50 senza alcun lavoro alle donne, dai migranti ai giovani, dagli anziani a coloro che hanno difficoltà abitative il numero dei soggetti a rischio potrebbe aumentare in maniera esponenziale.
Questi dati, congiuntamente alle trasformazioni produttive avvenute con la rivoluzione informatica e la deregolamentazione del mercato del lavoro, ci dicono che vi è la più urgente necessità di avviare una stagione in grado di individuare nuovi strumenti e nuovi diritti per la protezione sociale e delle persone in difficoltà economica.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere ad un lavoro in grado di garantire un reddito dignitoso o non possono accedere ai sistemi di sicurezza sociale (ammortizzatori socio-economici) perché li hanno esauriti (esodati, mobilità) o non ne hanno titolo o vi accedono in misura tale da non superare la soglia di rischio di povertà. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, garantisce uno standard minimo di vita per gli individui e per i nuclei familiare di cui fanno parte che non hanno adeguati strumenti di supporto economico.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie, in una fase di grave crisi e di aumento della povertà e delle diseguaglianze sociali, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità.
In Europa esistono ormai da decenni strumenti di sostegno al reddito destinati alle persone e che in diverse misure intervengono a seconda delle diverse necessità dell’individuo, sia esso un lavoratore precario o uno studente, un genitore singolo o un lavoratore autonomo, un nucleo familiare o un disoccupato di lunga durata. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza, interviene dunque oltre quelle misure di sostegno più afferenti il mondo del lavoro (come il sussidio di disoccupazione) ed arriva anche laddove il sistema del lavoro non è in grado di garantire quelle protezioni sociali diverse ma altrettanto necessarie.
La Risoluzione del Parlamento Europeo sul Ruolo del Reddito Minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa (16 ottobre 2010) evidenzia che questo è lo strumento che può “contribuire al miglioramento della qualità della vita e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale, culturale e politica come pure di vivere dignitosamente” e che è “il diritto fondamentale della persona a disporre di risorse economiche e prestazioni sociali sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana”. Infatti, in molti paesi europei, chi ha diritto ad un beneficio economico può accedere in maniera altrettanto certa a quelle “prestazioni sociali” sopra citate (o reddito indiretto) e cioè una pluralità di benefici quali il sostegno per l’affitto, la salute, i trasporti, gli studi, la formazione etc..
Malgrado molte risoluzioni europee incoraggino gli Stati membri (dunque anche l’Italia) a definire una soglia di Reddito Minimo o di Cittadinanza, ad oggi in Italia non vi è alcuna legge che garantisca una protezione economica per coloro che vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. La necessità di definire dunque una soglia economica, un beneficio di base, è urgente e le indicazioni europee sono già un’ottima bussola tanto per determinare la soglia di accesso quanto per regolare l’erogazione del Reddito Minimo o di Cittadinanza.
Il Reddito Minimo o di Cittadinanza è una garanzia economica destinata alla persona così da definire una soglia di reddito sotto la quale nessun individuo deve scendere.
Non è più procrastinabile una misura nazionale di Reddito Minimo o di Cittadinanza, per prevenire il rischio di impoverimento delle persone. La misura deve essere rivolta a coloro che già sono in una condizione di povertà economica, a coloro che in un dato momento della loro vita si trovano nella condizione di non poter lavorare o che hanno un reddito che non permette loro di vivere una vita dignitosa, o che hanno perso i benefici degli ammortizzatori sociali o che sono in ogni modo al di sotto di una certa soglia economica.
E’ altrettanto urgente tenere in considerazione le conseguenze sociali prodotte dalla crisi economica e come indicato dalla Risoluzione europea del 2010 “che anche in periodi di crisi, i regimi di Reddito Minimo, non andrebbero considerati un fattore di costo, bensì un elemento centrale della lotta alla crisi”.
Il tema della garanzia di un Reddito Minimo o di Cittadinanza, negli ultimi decenni, ha visto un enorme consenso dal punto visto sociale e politico in Europa così come in Italia. Dibattiti, campagne nazionali ed internazionali, studi, articoli di stampa, saggi, proposte di legge sono state promosse e portate avanti da tante organizzazioni, studiosi, esperti del settore, movimenti etc.
Il sostegno economico garantirà un aumento della disponibilità di liquidità da parte delle classi meno abbienti. Con il conseguente aumento della spesa da parte delle famiglie percettrici di reddito si innescherà un aumento dei consumi e della domanda interna di beni e servizi quindi un aumento delle quote di mercato a cui le imprese italiane possono attingere, andando a sostenere così la Domanda Aggregata, specificatamente nella componente dei consumi, che le teorie economiche (vedi Keynes) pongono come fattore cruciale per uno sviluppo economico che sia orientato al medio-lungo periodo.
Il reddito di cittadinanza o reddito minimo non è solo una misura passiva di contrasto alla povertà. Il sostegno all’autonomia delle persone potrà liberare nuove energie sociali in grado di alimentare forme di nuova partecipazione alla società, una opportunità per i beneficiari di avviare una nuova iniziativa sia individuale che attraverso una nuova cooperazione verso nuovi progetti di vita, perché in grado di liberare nuove energie oggi compresse dalla imminente necessità di sopravvivenza.
VISTO:
La piattaforma della campagna lanciata dall’Associazione “Libera” sul “Reddito di Dignità” con la quale si richiede di istituire il Reddito minimo o Reddito di cittadinanza.
Le gravi condizioni di povertà in cui si trovano tanti cittadini, la crisi economica, il rischio povertà a cui possono incorrere numerose persone, l’aumento delle diseguaglianze ed il rafforzamento dell’economia criminale e del potere delle mafie.
Le esperienze già presenti in alcuni Paesi e le risoluzioni europee.
L’esistenza già di alcuni disegni di legge in discussione in Senato.
La discussione di progetti di l.r. in diverse regioni, tra cui l’Abruzzo, in base alla proposta .
RITENUTO:
un indirizzo programmatico dell’Amministrazione la realizzazione di azioni di promozione del pieno sviluppo di ciascuno, che non può essere separato da quello dell’altro, soprattutto in una fase come l’attuale in cui la crisi aumenta drammaticamente le situazioni di marginalità e fragilità sociali.
Che uno dei compiti prioritari di un’Amministrazione sia quello di promuovere la coesione sociale, attivandosi per far sì che nessuno sia lasciato solo, in primo luogo chi si trova in difficoltà.
Che tutte le Amministrazioni locali si sono ritrovate, in particolare nell’ultimo quinquennio, a subire i tagli operati dallo Stato centrale, che hanno reso sempre più scarse e insufficienti le risorse per sostenere la domanda di servizi alle persone in condizioni di marginalità, disagio e povertà.
SI RICHIEDE CHE IL CONSIGLIO COMUNALE, LA GIUNTA E IL SINDACO
aderiscono alla campagna lanciata dall’Associazione “Libera” sul “Reddito di dignità” con la quale si chiede l’istituzione del Reddito Minimo o di Cittadinanza;
assumano, per suo effetto, l’impegno a realizzare una buona legge in parlamento ;
pubblicizzino l’adesione alla campagna attraverso i consueti canali di comunicazione;