Teramo. È di questi giorni la notizia della proposta della direzione sanitaria e del direttore del reparto di anestesia di cancellazione del servizio di parto in analgesia, introdotto nell’autunno 2013 all’Ospedale Mazzini di Teramo.
Istituito in un’ottica di riqualificazione del percorso nascita sulla base delle direttive del Decreto Fazio ed inserito tra i servizi LEA ( livelli essenziali di assistenza) ha l’indubbio vantaggio di garantire alle donne la possibilità di vivere in modo più umano e consapevole il momento del parto e di giungere ad una sensibile riduzione dei cesarei.
“Purtroppo a Teramo”, scrivono in una nota Alessia Cognitti Lucia Verticelli del Pd, ” a differenza di quanto accade nel resto d’Italia il servizio non è mai decollato, sia a causa della scarsa informazione da parte della ASL, che per una serie di difficoltà oggettive, tra le tante la cronica carenza di anestesisti all’interno della struttura ospedaliera teramana.
Si giunge dunque, per l’ennesima volta ad affrontare la stagione estiva con gravi riduzioni di organico generate dalla esigenza più che legittima da parte del personale, di usufruire delle ferie stagionali.
Tra le prime a pagare, le gestanti a cui viene negata la libertà di scegliere un approccio al parto naturale più umano e consapevole, a vantaggio del più arcaico retaggio culturale che vede le donne protagoniste assolute del dolore nel momento più importante della loro vita: il parto.
In questo contesto, emblematico, appare il fatto che a vedere tagliato il servizio sia proprio l’Ospedale della città capoluogo, che ospita gestanti da tutta la provincia, tanto più in questo particolare momento storico in cui i tagli sembrano farla da padrone nel mondo della sanità.
Pertanto auspichiamo un ripensamento da parte dei vertici della Direzione sul taglio del parto in analgesia a vantaggio di un approccio culturalmente più elevato a favore delle donne”.