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Sant’Omero, il Pd a difesa dell’ospedale

Sant’Omero. Il futuro dell’ospedale di Sant’Omero deve essere contestualizzato nel nuovo piano sanitario regionale, che indichi con chiarezza la vocazione dei singoli presidi. Inoltre, le strategie utili per risollevare le sorti della stessa struttura sanitaria vanno, in maniera preventiva, inquadrate in un confronti istituzionali con i sindaci della Val Vibrata.

Si ergono a difesa dell’ospedale di Sant’Omero (per il quale si profila una parziale privatizzazione) i consiglieri regionali (Giuseppe Di Luca e Claudio Ruffini) e i sindaci di area Pd della vallata (Franchino Giovannelli, Mauro Scarpantonio, Dino Pepe e Marco Iustini), che questa mattina, in conferenza stampa, hanno manifestato le loro perplessità sulla strada imboccata dalla Regione e sulla necessità di pianificare iniziative con il coinvolgimento degli attori istituzionali del comprensorio. Il primo elemento di discordanza, rispetto al progetto illustrato, nei giorni scorsi, dall’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni verte su un aspetto sostanziale. Il piano sanitario, varato dalla precedente amministrazione di centrosinistra, aveva lanciato chiari segnali a favore delle Asl di confine (per fronteggiare la mobilità passiva), mentre ora per l’ospedale di Sant’Omero (“senza specificare quali tipi di attività saranno svolte nel presidio”, si legge in una nota del Pd) si aprono le porte per una gestione mista. “I dubbi sono diversi” è stato detto in conferenza stampa da Giuseppe Di Luca, “ perché nulla è stato detto fino ad ora sul futuro dell’ospedale e sulla sua futura riorganizzazione. Resterà un presidio per acuti? Resteranno tutti i reparti? Rimarrà attivo il pronto soccorso? Sono tutti interrogativi ai quali Venturoni non ha dato nessuna risposta”. Una delle motivazioni alla base della possibile apertura ai privati nella gestione ospedaliera, verte sul discorso dell’eccessiva mobilità passiva e sull’impossibilità di fare assunzioni, per via del blocco frutto del piani di rientro del debito. “ L’unico argine al fenomeno della mobilità passiva” sostengono i rappresentanti istituzionali del Pd, “ è il potenziamento dell’ospedale di Sant’Omero, investendo sul personale qualificato e sulla tecnologia. Le cifre riferite dall’assessore appaiono inverosimili (il 70% delle mobilità passiva per la sanità teramana dipende dalla Val Vibrata, ndr) e pertanto lo invitiamo a fornire i dati dei singoli ospedali”. Nella circostanziata critica dei Democratici, finisce anche il discorso legato alle assunzioni e alla possibilità di sbloccarle nel momento in cui sarà costituita una società mista (51% nelle mani del pubblico, il resto ai privati) per la gestione della struttura sanitaria. “ E’ falsa la giustificazione che l’apertura ai privati” chiosa Di Luca, “ possa sbloccare la questione delle assunzioni. Il decreto Brunetta, infatti, stabilisce che anche le società miste sono assoggettate, in materia di assunzione di personale, come gli enti pubblici, con bandi e concorsi”.