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Teramo, bocciata l’idea di tre società in house al posto della Team

Teramo. Con il voto contrario della maggioranza e l’astensione del Pd, è stata bocciata nel consiglio comunale di oggi, la proposta presentata dai consiglieri comunali Paola Cardelli del Gruppo Misto e l’arancione Gianluca Pomante, con l’appoggio di Fabio Berardini (M5S) sul nuovo indirizzo da dare alla Teramo Ambiente. L’idea, infatti, era quella di creare tre piccole società in house che avrebbero potuto occuparsi rispettivamente del servizio di igiene ambientale, dei servizi cimiteriali e di tutti gli altri servizi strumentali svolti finora dalla Teramo Ambiente.

“Vista la mancanza della contabilità di un piano indistriale mai consegnato dalla Team”, ha detto Pomante, “il cui servizio ci costa 13 milioni di euro, una cifra spropositata rispetto a quella di altre realtà simili alla nostra, questa soluzione avrebbe consentito di avere tre nuove strutture, di lavorare tramite affidamento diretto e di tutelare il personale in esubero della Team della Tercoop”.

Per Pomante e la Cardelli, inoltre, la governance, vero problema dell’attuale municipalizzata, avrebbe dovuto essere affidata a persone competenti con capacità e conoscenze, da reperire grazie ad un concorso per titoli ed esami, mentre la gestione distinta dei servizi avrebbe garantito di capire cosa funziona e cosa, invece, doveva essere migliorato.

Secondo i consiglieri, questa proposta avrebbe garantito anche una riduzione di spesa e, di conseguenza, un minor peso per le tasche dei cittadini.

Grande la delusione di Pomante che ha sottolineato come questa scelta significhi il voler mantenere una gestione politica e clientelare della Team nella quale non si vuole intervenire in maniera definitiva. Pomante, inoltre, non approva la scelta del Pd, che ha motivato la propria astensione come un modo per continuare ad essere coerenti con la scelta pubblico-privato promossa dalla giunta Sperandio.

“E’ più comprensibile l’atteggiamento del sindaco” conclude Pomante, “che quella del Pd che resta immobile rispetto ad una decisione di 20 anni fa, pur dicendo di voler tutelare i lavoratori e il servizio per la città”.