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Teramo, situazioni di incompatibilità in Consiglio provinciale: la minoranza accusa

Teramo. Bufera in Consiglio provinciale a seguito della rescissione della Provincia della partecipazione dell’ente ad alcune società di capitali. Secondo i consiglieri di minoranza, infatti, mancherebbero gli elementi di valutazione necessari per procedere a decisioni importanti “che richiedono un adeguato livello di approfondimento da parte delle strutture amministrative e degli organi istituzionali della Provincia”.

Più in particolare, si tratta della decisione, da parte della maggioranza, di procedere alla rescissione della partecipazione a quattro società: Arpa, Team, Sviluppo Italia ed Ex Sara. L’iter istruttorio sarà concluso entro il prossimo 19 gennaio, in occasione della seduta del Consiglio provinciale. Ma, stando a quanto sostenuto dai consiglieri di opposizione, la decisione non sarebbe stata preceduta da alcune valutazioni ritenute basilari.

Innanzitutto, il provvedimento riguarda soltanto le partecipazioni nelle società di capitali e non, quindi, quelle nei consorzi, nelle fondazioni e nelle associazioni. “È una decisione parziale” contesta a questo proposito Ernino D’Agostino, capogruppo dell’opposizione provinciale, “che fa venir meno gli intenti di organicità e di completezza concordati nella conferenza dei capigruppo”.

In secondo luogo, nella proposta mancherebbe anche ogni tipo di riferimento alla valutazione delle situazioni economiche e patrimoniali delle società partecipate, elemento fondamentale soprattutto in quei casi in cui le società in questione producono utili e per le quali, pertanto, sussisterebbe interesse a mantenere le quote.

A questi elementi andrebbero poi aggiunte le incongruità dei criteri illustrati in merito dalla giunta provinciale e dall’assessore Ezio Vannucci. La motivazione alla base della scelta delle quattro società sarebbe stata dettata, infatti, dall’entità della partecipazione. Ad essere accantonate, dunque, sarebbero state soltanto le società con le partecipazioni meno rilevanti. “E’ strano, però” accusano i consiglieri di minoranza, “il fatto che il criterio valga in alcuni casi, come Team e Arpa appunto, ma non in altri, come Link e Socart”.

Diversi i tentativi che l’opposizione avrebbe portato avanti per avviare un’indagine conoscitiva più approfondita. Diverse le accezioni sollevate ma nessuna risposta sarebbe giunta dalla maggioranza, che, pertanto, si accinge a concludere un iter senza che molti elementi siano stati presi in considerazione.

Il nostro sospetto” interviene a riguardo Mauro Sacco, consigliere provinciale di opposizione “è che, pertanto, non si tratti soltanto di rapportarsi a quanto sostenuto. Ci sono, infatti, alcuni consiglieri provinciali che, per questioni di incompatibilità, non possono ricoprire entrambe le cariche. Questa è la vera motivazione. E se le cose stanno in questo modo, è doveroso dirlo chiaramente”.

Il riferimento è a Raimondo Micheli, presidente della Team e capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale e a Flaviano Montebello, membro del consiglio di amministrazione dell’Arpa ed ora anche consigliere provinciale. La legge, infatti, impedisce di cumulare le indennità percepite in società con quelle percepite nel Consiglio provinciale.

“Non ne facciamo un elemento di giudizio moralistico” precisa, comunque, Ernino D’Agostino. “Non siamo mossi da intenti ostruzionistici. Ma è anche chiaro che questa situazione non può condizionare in negativo la trasparenza di un ente. Torniamo, pertanto, a chiedere di impedire forzature ingiustificabili e di calendarizzare in tempi brevissimi un lavoro istruttorio delle commissioni, superando così le insufficienze e ponendo il Consiglio provinciale nelle condizioni di deliberare in assoluta serenità”.

Tania Di Simone