Atri, chiusura punto nascita, Di Sabatino: tutto il territorio ne esce impoverito

Teramo.  “Il punto nascita dell’ospedale di Atri e’ una questione che riguarda tutto il territorio teramano”. A sostenerlo e’ il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino che convochera’ un’assemblea dei sindaci su questo argomento invitando il governatore Luciano D’Alfonso, l’assessore alla Sanita’, Silvio Paolucci, il manager della Asl Roberto Fagnano.

 

All’ordine del giorno non solo il punto nascita di Atri ma anche il riordino di altri importanti reparti e servizi. “La situazione di oggi e’ il frutto di errori, di valutazione e di scelte, che arrivano dal passato quando gli investimenti sono stati fatti giustamente su Sant’Omero e non anche sul nosocomio atriano. Mi piacerebbe evitare di ripetere lo stesso percorso.

 

Se chiudo il punto nascita di Atri gli effetti si sentiranno su tutta l’Azienda Asl teramana perche’ e’ evidente che da Atri, le donne, si recheranno a Pescara e a questo punto non solo per partorire:Altra mobilita’ passiva, altro diritto alla salute fortemente deprivato dei suoi elementi essenziali. E come lo garantisco in un territorio, quello del Fino, dove non esistono collegamenti veloci e se ti va bene arrivi in ospedale dopo cinquanta minuti di strade tortuose?”.

 

Nel 2014 il punto nascita di Atri ha superato la soglia delle 500 nascite e la sua chiusura combinata con la chiusura del punto nascita di Penne (insieme 833 utenze), comportera’ inevitabilmente una concentrazione sull’ospedale di Pescara non solo per i servizi ostetrici ma anche per quelli pediatrici. La chiusura di Atri, quindi, al di la’ dei paletti ministeriali, per Di Sabatino impoverira’ l’offerta pubblica teramana.

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