Sant’Omero, dissesto finanziario: il Tar accoglie la sospensiva procedura congelata

Sant’Omero. Il Tar dell’Aquila ha accolto la richiesta di sospensiva della delibera, votata a maggioranza dal Consiglio comunale, con cui si e’ dichiarato il dissesto finanziario del Comune di Sant’Omero.

 

In sintesi, con ordinanza cautelare (il merito sara’ discusso a fine 2016), e’ stata sospesa la delibera che ha portato ad insediarsi l’organo straordinario di liquidazione a palazzo di citta’, nominato con decreto del Presidente della Repubblica. A ricorrere e’ stata l’opposizione (che era maggioranza fino allo scorso maggio ed a cui il governo locale ha addebitato la responsabilita’ del dissesto) insieme ad altri ex amministratori comunali dell’epoca che, cosi’, hanno avuto ragione nel dichiarare evitabile la delibera di dissesto.

 

 

Quello che l’ente avrebbe dovuto fare e che non ha fatto, era quello di procedere alla verifica di tutti i debiti e dichiarali fuori bilancio. Poi, semmai, procedere al delibera di dissesto. Alla base, insomma, ci sarebbe una carenza istruttoria.

 

 

L’amministrazione del sindaco Andrea Luzii, che sul presupposto del dissesto aveva aumentato tutti i tributi locali al massimo di legge, potrebbe revocare la delibera di dissesto in autotutela, approvare il bilancio di previsione 2014 e 2015 e riportare la pressione fiscale all’origine. Nel frattempo potrebbe procedere nuovamente alla ricognizione dei debiti e ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, vale a dire spalmare per i prossimi dieci anni il monte-debiti maturato. Al Tar, l’opposizione era rappresentata dall’avvocato Carlo Costantini.

 

 

Lo sconcerto della maggioranza. “Siamo rimasti senza parole, nel leggere la pronuncia del TAR Abruzzo che ha accolto l’istanza di sospensione della delibera di dissesto a seguito del ricorso presentato dalla minoranza, ritenendo, la delibera, carente sotto l’aspetto istruttorio. Non è mai stata una nostra scelta, né soprattutto un nostro interesse deliberare il dissesto dell’Ente,e rimaniamo di stucco nel leggere le poche righe motivazionali dell’ordinanza, che va nella direzione opposta di quanto certificatoci in questi mesi, dall’ufficio finanziario dell’Ente, dal Revisore dei Conti e dal Consulente esterno. Lo stato di dissesto, è stato, in questi mesi, l’unico scenario rappresentatoci da tutti, ufficio finanziario, revisore dei conti e consulente esterno, l’unico perseguibile e l’unico ipotizzabile.
In ogni modo abbiamo tentato di evitare il dissesto, anche ricercando soluzioni alternative, ma in questi mesi di lavoro ci sono sempre state tagliate le gambe, soprattutto dall’organo di controllo esterno, che senza mezzi termini ha sempre rappresentato lo stato fallimentare dell’ente.
Non abbiamo parole per commentare quanto accaduto, certo è che un tale scenario non era neppure immaginabile, neppure dalla minoranza, che nel consiglio comunale in cui si deliberò il dissesto non propose alcuna valida alternativa, proprio perché allo stato degli atti non vi era, ma solo strumentalizzazioni politiche.

Oggi però il TAR, non entrando nel merito della questione, ha sospeso l’efficacia della delibera, lasciando tutta la nostra comunità in una situazione di stallo storico e senza nessuna indicazione in merito alle scelte future.
Non vi sono casi simili in tutta Italia, nessun caso analogo a quello del nostro comune, dove il TAR sospende una delibera di dissesto, smentendo, seppur nella fase cautelare, quanto certificato dagli organi tecnici interni, ma soprattutto dal revisore dei conti.
Inspiegabile inoltre come si possa rimandare ogni valutazione di merito a ben due anni di distanza, avendo il Tar rinviato il contenzioso al dicembre 2016.
Saremo i primi a chiedere spiegazioni e ricercare le responsabilità agli organi tecnici interni, ma soprattutto a quelli di controllo esterni, che in più e più occasioni ci hanno rappresentato lo stato di dissesto, a loro dire ormai accertato, inconfutabile ed inevitabile, tagliandoci le gambe dinanzi a ogni proposta alternativa da noi formulata
Andremo fino in fondo a questa vicenda, non per noi, ma lo dobbiamo ad una intera comunità, che oggi viene ulteriormente messa in difficoltà, da questa triste vicenda. Non siamo oggi in grado di fornire una spiegazione tecnica alla vicenda, ma solo politica.”

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