Caramanico Terme. “È importante che il Consiglio provinciale di Pescara si sia riunito su un tema così rilevante per per l’Abruzzo qual è quello del futuro delle Terme di Caramanico, anche se è parso chiaro che nemmeno per il 2023 il centrodestra sarà in grado di riaprirle”.
Così commentano i consiglieri regionali abruzzesi del Pd la riunione odierna del Consiglio provinciale richiesta dal gruppo Pd e da Uniti per Caramanico.
“Un’occasione concreta per capire e sapere perché tale patrimonio è ancora fermo, perché nulla si sta facendo per dare futuro non solo a tutto il comprensorio, ma ai lavoratori che ne sono stati motore e servizi a un’utenza imponente e del tutto ignorata. Risposte attese, ma che non sono arrivate, perché il presidente Marsilio non si è presentato davanti all’Assemblea che riunisce tutti i sindaci della provincia né ha delegato gli assessori Campitelli e Verì a riferire sullo stato dell’arte, questo nonostante il 90 per cento dell’offerta termale regionale dipenda proprio da Caramanico”.
“Un’assenza – rimarcano i consiglieri Silvio Paolucci e Antonio Blasioli che si sono occupati della situazione, insieme ai colleghi Dino Pepe e Pierpaolo Pietrucci – che significa ciò che diciamo da troppi mesi: il centrodestra al governo della Regione non riesce né a scrivere né a progettare il futuro della nostra più importante stazione termale Da parte nostra continuiamo a sostenere che la Regione dovrebbe tornare a farsi parte attiva, acquistando i beni indispensabili all’erogazione delle cure termali, per arrivare a un unico bando, che tenga conto sia del patrimonio delle terme sia della gestione delle acque e delle cure. Di fronte a un’azione che vada in questa direzione, non mancherà la nostra disponibilità: è doveroso lavorare per una soluzione immediata e fattiva, perché non possiamo lasciare le terme chiuse e perché questa inerzia ha causato già troppi danni al comparto turistico ed economico di Caramanico Terme e di tutto l’Abruzzo”.