Caramanico Terme. “La V Commissione del Consiglio Regionale d’Abruzzo ha detto no agli interventi istituzionali necessari per superare la crisi delle Terme di Caramanico ed avviare una fase nuova con la valorizzazione del termalismo abruzzese. Ha detto no, respingendo la risoluzione del Consigliere Silvio Paolucci, presentata lo scorso 11 giugno, con voto contrario del centro destra e l’astensione dei 5 stelle”.
A sollevare la polemica è il Capogruppo Consiliare di Uniti per Caramannico, Mario Mazzocca, che afferma: “A nulla sono serviti i voti del centro sinistra per approvare il testo con il quale si sarebbe impegnato il Presidente della Regione a sviluppare tutte le attività politico istituzionali del caso, per la sperimentazione di un nuovo modello di assistenza in materia di riabilitazione in ambito termale, senza gravare di maggiori oneri il Servizio Sanitario Regionale, e dunque a redigere una proposta, da portare presso il Tavolo di Crisi del Mise, che dallo scorso 3 aprile attende un riscontro dalla Regione Abruzzo”.
“Si doveva dare seguito alla Delibazione dell’allora Presidente Lolli del 1° febbraio 2019”, prosegue Mazzocca, “al fine di ottenere l’applicazione straordinaria del documento tecnico dell’Agenzia Sanitaria Regionale ‘Qualificazione sanitaria nel settore termale – modello assistenziale. Linee di indirizzo’, chiedendo al Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial di convocare la struttura di monitoraggio del MinSAL presso lo stesso tavolo di crisi, e ivi valutare la possibilità di un’autorizzazione straordinaria per le Terme di Caramanico ad erogare prestazioni riabilitative: nulla, per incredibile inerzia, o per incomprensibili e pericolose strategie, da allora è stato portato al MISE, e oggi la Regione conferma di non voler neanche avanzare una proposta di riorganizzazione e valorizzazione del settore termale in tal senso”.
“Ha detto no, dunque”, incalza l’ex sottosegretario regionale della Giunta D’Alfonso, “ad una possibile attività integrativa che, senza costi aggiuntivi per la Sanità Abruzzese, avrebbe determinato un utilizzo più completo, differenziato e non stagionale del principale impianto termale abruzzese, e, soprattutto, allo sviluppo di una visione che, da un lato, possa dare supporto alla Società in liquidazione, evitando interruzioni dei servizi termali fino alla naturale scadenza della concessione nel 2026, dall’altro, possa avviare un lavoro intenso, serrato e di grande capacità programmatica, quale quello che occorrerà sviluppare dalle istituzioni competenti e dagli uffici regionali in vista della scadenza della concessione e della elaborazione di procedure chiare che garantiscano il migliore utilizzo delle acque e la valorizzazione dello stabilimento termale e delle strutture alberghiere annesse”.