Pescara, riduzione delle indennità: i consiglieri disertano la discussione

consiglioPescara. Il Consiglio comunale chiamato a discutere del dimezzamento delle indennità ai politici, ma i consiglieri disertano l’aula. Presenti solo 12 dei 41 membri dell’assise. Acerbo: “Cambiamo le regole”.

L’argomento era stato già sollevato con la proposta del capogruppo Pdl Armando Foschi: azzerare il gettone di presenza a sindaco, assessori e consiglieri in occasione delle sedute straordinarie del consiglio comunale. Il rilancio è arrivato da Maurizio Acerbo: dimezzare tutti gli emolumenti per ogni seduta. L’ordine del giorno presentato dal consigliere di Rifondazione comunista era in discussione questa mattina a palazzo di città, ma al momento della convocazione erano solo 12 i presenti in aula su un totale di 41 membri dell’amministrazione. Mancato, quindi, il numero legale per poter avviare i lavori dell’assemblea, Acerbo ha avanzato una mozione sul tema, ottenendo l’impegno del Presidente e dei capigruppo a porlo al primo punto della prossima seduta del Consiglio Comunale.

Dalla riduzione degli stipendi come misura anticrisi, si è passato a discutere, così dell’indisciplinato comportamento dei consiglieri: “Considerato l’assenteismo che caratterizza le sedute del Consiglio”, bacchetta Acerbo, “credo che sia indispensabile modificare le norme regolamentari in analogia con quanto prevedono i regolamenti parlamentari: si consideri presente soltanto chi partecipa ad almeno a un terzo delle votazioni nel corso di una seduta”. La verifica necessaria sarebbe di facile esecuzione: il sistema di votazione elettronica sanzionerebbe automaticamente quei consiglieri ‘furbetti’ che passano in aula pochi minuti e percepiscono ugualmente il gettone di presenza. “E’ davvero patologico”, conclude il consigliere Acebro, “un consiglio le cui sedute finiscono quasi sempre prima del previsto a causa delle assenze di consiglieri che durante la settimana ogni mattina passano in commissione giusto il tempo firmare il registro d’appello e raggiungere, così, il massimo delle indennità”.

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