Montesilvano, il Comune presenta lo Sprar: “E’ unico sistema per gestire migranti”

Montesilvano. Non una città mero dormitorio, ma, piuttosto, un’iniziativa articolata, finalizzata all’integrazione socio-lavorativa e abitativa, con attività e servizi di accoglienza, orientamento, accompagnamento legale e mediazione interculturale. Il Comune di Montesilvano fa chiarezza in merito alla progettazione Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che verrà attivato dall’ente, anche con l’obiettivo di “ridurre il numero dei migranti presenti sul territorio”.

Stamani il punto della situazione in conferenza stampa. Presenti il sindaco, Francesco Maragno, insieme ai membri della Giunta, il commissario straordinario e direttore dell’Azienda Speciale, Luca Cirone ed Eros Donatelli, e il direttore della Caritas diocesana Pescara-Penne, don Marco Pagniello. Attività e servizi previsti dal progetto verranno portati avanti da Comune, Azienda Speciale e dall’Ati Arci Pescara, Polis, Caritas diocesana e Cooperativa Sociale Ausiliatrice, mediante fondi di natura statale e non comunale.

In base al progetto, a Montesilvano potranno essere presenti massimo 161 migranti, secondo un calcolo del Ministero dell’Interno che prevede 2,5 immigrati per ogni mille abitanti. Sessanta i rifugiati che potranno essere presenti nelle singole strutture, mentre, contestualmente, verranno chiusi i Centri di prima accoglienza (Cas) che ad oggi hanno accolto anche 300 persone per ciascuna struttura alberghiera. L’immigrato che entra a far parte del sistema Sprar deve sottoscrivere un contratto obbligatorio che impegna lo al rispetto di regole ben precise e che lo vedrà coinvolto in attività di formazione e lavori socialmente utili gratuitamente. Dopo tre violazioni consecutive si perde lo status di profugo o rifugiato.

“Non potevamo continuare a far gestire da altri l’accoglienza dei migranti nella nostra città – ha sottolineato Maragno – Quella dell’accoglienza è una responsabilità alla quale tutti i Comuni italiani oggi devono far fronte. Con l’attivazione dello Sprar passiamo finalmente da una competenza statale e governativa ad una gestione comunale. Con il progetto, in attesa di essere approvato dal Ministero, andremo a frazionare il numero dei profughi accolti in diverse strutture sparse su tutto il territorio, evitando così situazioni ghettizzanti”.

“A tal riguardo – ha aggiunto – abbiamo riaperto la procedura per l’individuazione degli immobili adeguati all’accoglienza, che non potranno essere hotel e non dovranno trovarsi in zone a spiccata vocazione turistica o commerciale, aree già ad alta concentrazione di stranieri o ancora a rischio ordine pubblico. Abbiamo richiesto, inoltre, all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di mettere in disponibilità alcuni immobili confiscati proprio per tale finalità. Tale tipologia di accoglienza, infine, coinvolgerà donne e bambini e non solo uomini. Tutti questi aspetti rendono il progetto Sprar l’unico possibile per gestire questo fenomeno”.

“Il fenomeno della migrazione – ha detto don Marco Pagniello – esiste perché queste persone sono costrette, dalla guerra, dalla fame o da altre gravi circostanze, ad abbandonare il loro Paese. Come Caritas siamo impegnati nella gestione dello Sprar anche a Pescara e siamo convinti che questo sia l’unico sistema per garantire l’inclusione, su più livelli, dei migranti e al tempo stesso creare sicurezza per i cittadini. Solo con un’accoglienza diffusa tale fenomeno può essere gestito al meglio”.

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