Comune L’Aquila, si dimette Giuseppe Bernardi: maggioranza appesa a un filo

giuseppe_bernardiL’Aquila. Prima il direttore generale Massimiliano Cordeschi, poi l’assessore Giustino Masciocco, seguito a stretto giro dai consiglieri comunali Franco Colonna e Pierluigi Tancredi. Questa volta a sbattere la porta in faccia al sindaco Massimo Cialente è il consigliere Giuseppe Bernardi, ex Ds, Sinistra democratica e Sel, attuale fondatore del gruppo Sinistra per L’Aquila.

Bernardi non usa certo toni morbidi nella sua lettera di dimissioni, nella quale conferma tutta la sua solidarietà “per il difficile e complicato mandato che siamo stati chiamati a ricoprire” e aggiunge: “in questi tre anni ho cercato sempre di dare il mio contributo al lavoro del Consiglio e delle Commissioni relazionandomi in maniera propositiva con Te, con gli Assessori e con i colleghi Consiglieri per l’emanazione di provvedimenti utili alla nostra città. Purtroppo non mi sento più parte di questa maggioranza di governo, una maggioranza che è continuamente condizionata dal ricatto del furbo partito di turno, che è più che presente per spartirsi ogni poltrona disponibile ed è, invece, latitante quando è chiamata a confrontarsi su temi importanti per la nostra città e per la sua ricostruzione”.

Bernardi cita a proposito l’ultima riunione di maggioranza, in cui si sono discussi gli incarichi nei CdA delle Aziende Municipalizzate. “Cosa è stato fatto? Hai condiviso con la maggioranza il metodo per la spartizione delle poltrone. Ogni partito è stato pesato non per il lavoro svolto o per le professionalità messe a disposizione, ma per il peso degli incarichi ricoperti nei vari Enti. Ne è uscito un quadro secondo cui alcuni erano in credito e potevano reclamare poltrone, altri erano in debito e potevano solo ringraziare la maggioranza. Ma c’è di più, si è assistito allo strategico accorpamento di più partiti e si parla di dimissioni di consiglieri da altri enti per ottenere un aumento di crediti! Ebbene, questo metodo non fa parte della cultura politica di sinistra. Personalmente non voglio avere né crediti né debiti con questa maggioranza! Per questo non ne voglio più far parte e, coerentemente, rassegno le dimissioni da Presidente della IV Commissione consiliare”.

E conclude con quella che definisce “un’amara constatazione”: “non c’è più nessun partito di sinistra nel governo della città e ben poco è rimasto della coalizione che Ti ha portato all’elezione a Sindaco”.

La reazione di Massimo Cialente. “Se non ci sono i numeri il Consiglio si scioglie e si torna a votare. Noto un sempre più frequente sottrarsi alle proprie responsabilità  di diversi esponenti che siedono (o che sono andati via) in Consiglio comunale. Se vogliono che vada a casa non c’è problema, me lo dicano chiaramente. Lavoro tutti i giorni come una bestia per il bene dei cittadini e devono dirmi dove ho sbagliato. Tutti gli attacchi giungono dalla sinistra della maggioranza: Prc ha chiesto il commissariamento, Sinistra e Libertà abbandona la coalizione. Non si rendono conto di quali scenari drammatici si aprirebbero. Se non si è ancora capito cosa vuol dire gestire un’emergenza con un commissariamento, va benissimo, andremo tutti a casa. Ognuno si assume le sue responsabilità. Io le mie me le assumo ogni giorno, lavorando e facendo il massimo per la popolazione. Se poi a qualcuno questo non basta vuol dire che si andrà ad elezioni anticipate, così ci sarà un sindaco più democratico o più di sinistra“.

Il commento di Luigi D’Eramo, La Destra. “Cialente deve dimettersi. Questa è l’ennesima prova del fallimento totale del sindaco e della maggioranza e della chiara situazione di ingovernabilità da parte del centrosinistra, che continuando a stare al potere mette a rischio la produzione amministrativa”.

 

 

 

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