Lanciano, Taglieri: ‘Ospedale Renzetti penalizzato dalla riorganizzazione della rete ospedaliera del centrodestra’

“La giunta Marsilio non usi la propaganda per negare l’evidenza”


Lanciano.
“Aspetto con ansia le parole che l’Assessore Campitelli dirà in merito al futuro dell’Ospedale Renzetti. Sono veramente curioso di sapere come si risolveranno al fotofinish i tantissimi problemi presenti nel presidio e che, in oltre due anni, la Giunta Marsilio ha sempre evitato accuratamente, negando ogni forma di dialogo con le parti in causa. Un modo di governare che si è palesato anche in Commissione Sanità con la bozza per la riorganizzazione della rete ospedaliera, un documento fondamentale per riscrivere la geografia degli ospedali in Abruzzo e liquidato dal centrodestra con 15 minuti di non discussione dopo due anni di attesa. Evidentemente è questo il valore che danno alla sanità nel nostro territorio, ed è per me incomprensibile come possa Campitelli ignorare le conseguenze che rischiano di abbattersi sull’Ospedale di Lanciano, nascondendosi dietro alla solita vuota propaganda”.

Lo dichiara il Consigliere regionale M5S Francesco Taglieri, che spiega ciò che sta accadendo nell’organizzazione dei reparti al Renzetti. “Nella bozza di rete ospedaliera che presto arriverà in Giunta è prevista l’eliminazione della medicina nucleare, della dialisi nefro e della chirurgia maxillo-facciale. Come se non bastasse, durante lo scorso collegio di direzione della Asl 02, sarebbero arrivate dal vertice dell’Azienda, guidata dal Direttore Generale Thomas Schael nominato sempre dal centrodestra, indicazioni per recuperare 6 Unità Operative Complesse a carico del Policlinico di Chieti e a discapito degli Ospedali di Lanciano e Vasto. La proposta di rimodulazione comporterebbe per Lanciano il declassamento, oltre al Laboratorio Analisi, di Pediatria, Direzione Sanitaria, Centro Trasfusionale e Oculistica. Una scelta grave specialmente per quest’ultimo reparto, che ha mostrato una straordinaria funzionalità, con tanto di sala operatoria dedicata, e che viene sacrificato sull’altare della centralizzazione. Una scelta inaccettabile, che non tiene minimamente conto delle caratteristiche dei singoli territori e che, soprattutto, rischia di allargare ulteriormente il divario tra i servizi a disposizione dei cittadini dei grandi centri abruzzesi e quelli delle aree interne. Un pericolo che questa maggioranza non ha mai dimostrato di voler scongiurare”.

“Oltre alla minaccia di depotenziamento che il Renzetti di Lanciano sta correndo – prosegue Taglieri – , il presidio presenta gravissime lacune tra gli operatori. Allo stato attuale mancano 5 chirurghi, a cui si somma la carenza di radiologi, oculisti, cardiologi, otorini e urologi. Manca poi personale infermieristico, mancano primari, mancano coordinatori infermieristici, non si fanno più mammografie, ci sono problemi con lo svolgimento delle risonanze, e non è mai stato rinnovato il parco macchine. In più la seconda ambulanza h24 del 118 non è mai stata attivata e ancora non si vede la seconda Tac”.

“Si tratta di un disfatta sanitaria impressionante e, nonostante questo, si continua a puntare il dito contro il personale presente e costretto agli straordinari per garantire il miglior servizio possibile ai cittadini. Il collegio di direzione della Asl ha infatti visto nella presenza di troppe prescrizioni tra i lavoratori un problema per l’organizzazione delle attività. Dovrebbero sapere che per la legge 81/2008 è un loro dovere intervenire laddove il personale riscontri problemi, in modo che la qualità del servizio non ne risenta”.

“Io – conclude Taglieri – non sono disposto a fare un passo indietro, e sono pronto a fare qualsiasi cosa pur di difendere il ruolo dell’Ospedale di Lanciano. Nessun indirizzo di area medica sarà ammesso: il Renzetti è e deve rimanere Dea di I livello, con tutti i servizi che conseguentemente devono essere messi a disposizione della cittadinanza. Ci dica l’Assessore Campitelli come ha intenzione di intervenire nel concreto, perché il tempo delle chiacchiere, delle scuse e della propaganda è finito da un pezzo”.

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