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La Sinistra – Chieti Bene Comune: ‘Pazienti fragili nel mirino delle incapacità organizzative della Asl’

Chieti. L’Associazione “La Sinistra – Chieti Bene Comune” ha intercettato la segnalazione di un paziente oncologico secondo il quale:

“Da quando è iniziata la pandemia, la Clinica Oncologia dell’Ospedale Santissima Annunziata di Chieti non effettua più visite in presenza con l’oncologo per i pazienti in Day Hospital. Le visite vengono effettuate al telefono ma i pazienti devono inviare i referti degli esami richiesti esclusivamente via fax.”

Inoltre, “Il personale addetto ai rapporti con il “pubblico” asserisce che i medici di reparto non dispongono di indirizzi di posta elettronica e che la casella di posta elettronica del reparto è generica ed i messaggi ricevuti vengono ignorati.”

“Sulla base della segnalazione ricevuta – si legge in una nota – pensiamo che non debba essere scontata la disponibilità di un dispositivo fax in una abitazione privata, così come la vicinanza di un esercizio commerciale che disponga di un fax o di amici e parenti che ne abbiano la proprietà! Oltre a ciò sorge il ragionevole dubbio che inviare via fax le immagini degli esami ecografici sia inutile. Considerando che lo stato di salute è considerato tra i dati sensibili da proteggere a norma del GDPR e che è in atto una pandemia, sembrerebbe che la Clinica Oncologica dell’Ospedale SS Annunziata induca il paziente oncologico a non consegnare la parte grafica dei referti ecografici, rendere pubblico il suo stato di salute, ad esporsi al rischio di contagio da Covid-19 per il solo fatto di entrare in un esercizio commerciale e fare la fila con altri avventori.

Pur comprendendo la necessità di adottare opportune misure di ostacolo alla diffusione del contagio del virus Covid-19 non si capisce perché si renda obbligatorio l’uso di uno strumento, il fax, superato da tempo dalla posta elettronica e dai servizi di messaggistica molto più diffusi, immediati e completi.

Poniamo dunque i seguenti quesiti:

Perché un medico di reparto non deve disporre di un indirizzo email e darne la disponibilità ai propri assistiti?

Possibile che un oncologo non sia interessato ad esaminare le immagini ecografiche?

Perché un paziente oncologico deve esporsi alla violazione della propria privacy?

Perché un paziente oncologico deve vivere l’ulteriore stress di esporsi al contagio?

E’ possibile che il responsabile dell’organizzazione dell’ospedale approvi tutto ciò?

La prima disamina: come sia possibile che un reparto “di eccellenza” non sia aggiornato sotto un punto di vista informatico e nella digitalizzazione dei servizi!

Se a tutte queste domande non c’è risposta esaustiva sufficiente, se non quelle dovute dalle istituzioni sanitarie locali e regionali, per la nostra Associazione invece costituiscono un ulteriore tassello verso una manifesta indifferenza nei confronti dei cittadini più fragili … domani ci sarà una manifestazione per l’acquisto di una Pet/Tac (oggi presente solo due giorni alla settimana e collocata su scomodissimi container) e rimane chiuso l’Hospice di Torrevecchia dedicato alle cure palliative e gestione del fine vita!

Vogliamo comprendere la pochezza delle risorse disponibili e capire la molteplicità delle problematiche legate alla pandemia? Ma l’Ufficio Qualità non vigila sui servizi erogati al cittadino? Insistiamo nel dire che tutti questi incresciosi episodi mettono in luce una scelta di campo della ASL o, ad esser generosi, manifestano comunque una plateale incapacità programmatoria che si esplicita in servizi deficitari per l’utenza”.