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Guardiagrele il bene in comune: ‘La Asl impegna 260 mila euro per sedie, ma non ha soldi per Radiologia’

Guardiagrele. “Per la diagnostica di Guardiagrele non ci sono soldi, ma poi la ASL impegna 260.000 euro per sedie, armadi, scrivanie e poltrone”.

E’ questa la denuncia di “Guardiagrele il bene in comune” che nei giorni scorsa aveva espresso sconcerto per la dichiarazione della ASL secondo la quale non c’è disponibilità per l’acquisto di un apparecchio di radiologia e che invitava il comune a farsi parte attiva per reperire questi fondi.

CI si riferisce non alla delibera con la quale si stanno attrezzando i centri vaccinali ma a un investimento che non ha nulla a che vedere con l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

“L’indignazione per questa dichiarazione di ostilità verso la salute del nostro territorio – spiega la nota – aumenta di fronte ad atti con i quali si impegna una somma addirittura maggiore per acquistare scrivanie, tavoli ovali, appendiabiti, classificatori, armadi metallici, tavoli per riunioni, armadietti.

La ASL – spiega la nota – trova fondi per questo genere di investimenti e per rinnovare i suoi arredi, ma risponde picche alla necessità rappresentata ormai da anni di rinnovare il parco tecnologico di un presidio sanitario che serve oltre 40mila cittadini.

Tra gli acquisti – nota il gruppo di opposizione al comune di Guardiagrele – spiccano ben 75 sedie direzionali descritta con tanto di specifica tecnica: <<4 ruote, schienale alto in rete traspirante con supporto lombare regolabile, sistema basculante, seduta imbottita, colore nero e braccioli regolabili in altezza>>.

Insomma, ci vogliono poltrone comode per decidere che a Guardiagrele non si fa nessun investimento”.

Era stata proprio la ASL, in un comunicato dello scorso 11 febbraio, a dichiarare l’impossibilità di far fronte a un investimento di 200mila euro con risorse proprie per la radiologia di Guardiagrele.

Attendiamo da troppo tempo di leggere un atto nel quale si elenchino le apparecchiature e le tecnologie per rendere l’assistenza territoriale e la diagnostica degne di questo nome e, soprattutto, coerenti con i sostanziosi trasferimenti legati all’emergenza Covid.

Tutto questo ha precise responsabilità che sono della ASL e della Regione che su di essa esercita il controllo. Per questo, mentre continueremo a denunciare questi fatti, chiediamo con forza a chi ha la responsabilità di decidere, l’assunzione di un atto chiaro e definitivo su quello che il nostro presidio deve avere nell’immediato e nel prossimo futuro”.