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Guardiagrele il bene in comune: ‘Comune in dissesto, a chi giova?’

“In 3 settimane dall’equilibrio dei conti al disavanzo”

Guardiagrele. “E incredibile la mole di inesattezze, imprecisioni e persino calunnie che condiscono non solo gli atti della giunta Di Prinzio sulla dichiarazione del dissesto, ma anche gli interventi pubblici e i comunicati che la giunta e l’opposizione guidata da Di Crescenzo contengono”.

Così il gruppo “Guardiagrele il bene in comune” che sulle delibere del 30 luglio non ha partecipato al voto a sottolineare il fatto che è la giunta a doversi assumere la totale responsabilità delle sue decisioni.

“Perché sosteniamo che il dissesto sia una scelta politica? – prosegue la nota – Per il semplice fatto che l’amministrazione con Donatello Di Prinzio e Pierluigi Dell’Arciprete, supportati da consiglieri che erano sulla scena anche all’inizio del nostro mandato nel 2015, hanno stabilito di percorrere questa strada.

La storia si ripete, ma le risposte sono diverse. Quando iniziammo il nostro lavoro nel 2015 ci venne detto di tagliare servizi e dichiarare il dissesto, ma noi scegliemmo di amministrare, di prendere i problemi di petto nonostante crediti da riscuotere per milioni, previsioni sballate su sociale, trasferimenti dello stato, pagamento di concessioni, oneri di urbanizzazione mai contabilizzati e fornitori, come la SASI, di cui non si registravano neanche le fatture.

Noi scegliemmo la strada più difficile, ma decidemmo di essere i protagonisti. Oggi cosa succede? Guardiagrele sarà, di fatto, nelle mani di un collegio di commissari e dei loro consulenti ed è assurdo far passare l’idea che non ci saranno conseguenze.

Ma cerchiamo di capire meglio – prosegue la nota. Ci parlano di posizioni aperte per il 2020, ma negli atti c’è un elenco di fatture non pagate per circa 700mila euro tutte del 2021.

Ci dicono che abbiamo barato nella determinazione del fondo che garantisce i crediti facendo passare il cosiddetto metodo manuale che noi abbiamo usato per una manomissione fraudolenta della contabilità. La verità è che facendo severe azioni di recupero e aumentando la capacità di riscossione quel fondo si può tenere più basso. E tutto questo è legittimo e soprattutto ci consentiva di lavorare.

Dicono, come a voler accusare di una pratica illegittima, che abbiamo utilizzato i fondi del mutuo per il palazzetto o per le opere pubbliche per pagare stipendi e fornitori. Questo è possibile in base alla legge e, anzi, è consigliabile perché evita di farsi prestare soldi dal tesoriere e di pagare interessi. Invece la giunta dice che deve pagare fatture, ma non lo fa pur avendo oltre 3 milioni in cassa. Perché?

C’è, poi – prosegue la nota – la questione dei residui, cioè dei crediti vecchi che la giunta ha cancellato in buona parte perché basati su atti che loro definiscono generici. Ma alla domanda se è stato chiesto conto ai funzionari che quegli atti hanno firmato è stato risposto di no. Così si vuole mandare un comune in dissesto? Senza fare verifiche approfondite? O cancellando crediti di società con le quali ci sono contenziosi, multe e sanzioni non prescritte, trasferimenti che devono ancora verificarsi?

Non finisce qui – dice ancora il gruppo – E’ assurdo che la giunta Di Prinzio abbia preso questa decisione quando, nelle stesse settimane, ha approvato atti in cui dice che il 2020 ha chiuso in equilibrio o che il comune non è deficitario perché gli indici di legge sono tutti negativi o, ancora, all’indomani di nuove assunzioni che si possono fare solo se i conti sono in ordine. Questo dicono gli atti e lo dimostreremo tornando in piazza.

Ci chiediamo – conclude la nota – cosa sia accaduto. E’ chiaro che le cose non dovevano andare così se si considera che proprio alla vigilia delle decisioni a causa di una divergenza tra amministrazione e responsabile del settore finanziario, questi si è dimesso polemicamente denunciando, di fatto, che il suo lavoro era stato praticamente stravolto. Dalle dimissioni di fine giugno alla delibera del dissesto passano appena 3 settimane nelle quali tre relazioni, scritte di fatto da una sola mano, consegnano la città ad un futuro incerto. A chi giova tutto questo?

La giunta Di Prinzio ha premeditato questa situazione che denota incapacità di gestire le difficoltà e la precisa volontà di screditare chi, in questi anni, ha dato tutto per la città. A loro si unisce Di Crescenzo che, purtroppo, parla con approssimazione e condisce i suoi comunicati con una buona dose di calunnie adombrando illegalità: è chiaro che non conosce nulla, come lei dichiara quando parla dell’assenza dalla scena negli ultimi 5 anni, e ha trovato la sua casa nella giunta di destra alla quale è unita dal gusto di demolire la vecchia amministrazione.

E mentre si dichiara che c’è un buco inesistente di 3 milioni e mezzo, l’amministrazione non è capace di spendere 15 milioni di opere pubbliche che sono ferme, a partire dalle scuole.