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Chieti, progetto Prins: parte la rete Comune-associazioni

Sindaco, assessore Maretti e partner del Comune: “Così riusciamo ad arrivare alle fasce di popolazione impoverita e aiutarle a risollevarsi”

Chieti. Al via da metà febbraio il PrIns (Prins), che vede la sinergia fra Amministrazione comunale e associazioni del terzo settore per la creazione di una rete di servizi per il contrasto della povertà ed finanziato con 134.000 euro di fondi PON Inclusione, FSE 2014-2020, asse 6 Interventi di contrasto agli effetti del Covid (REACT-EU). Stamane la presentazione con il sindaco Diego Ferrara, l’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti, l’assistente sociale comunale Donatella Salerni, coordinatrice delle attività dell’area adulti, Carmine Tontodimamma, coordinatore del progetto PrIns, Paola Rutolo e una rappresentanza dell’associazione Teatelier, Suor Annarita Alessandri, referente del Centro Santa Luisa, Marina Orsini, vice presidente dei Gruppi del Volontariato Vincenziano di Chieti che opera in sinergia per le attività di progetto, il consigliere comunale Silvio Di Primio. Al progetto sono partecipi anche le associazioni Amare sempre, amare tutti e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

“Le nostre linee di mandato ci spingono alla massima attenzione verso le fasce più vulnerabili, obiettivo principale e della nostra quotidiana azione amministrativa – così il sindaco Diego Ferrara – oggi annunciamo un nuovo risultato a favore di questa fascia sensibile di cittadinanza, attraverso un lavoro sinergico con le associazioni che operano in ambito sociale. Ci siamo insediati in piena pandemia e abbiamo scoperto un mondo che conoscevamo solo in parte, su cui è necessario intervenire. Si tratta di una realtà che sfugge, perché è una fascia di comunità che si è impoverita improvvisamente e, dunque, non è subito raggiungibile dai servizi sociali, ma va conosciuta, perché aumenta di giorno in giorno, in silenzio, in modo invisibile. Noi, grazie a progetti come questo, riusciamo ad ascoltare e a intervenire, anche con poche ma preziose risorse che non sono assistenza, ma opportunità di inclusione”.

“Con il progetto si rafforza l’area del sociale, arrivando a una popolazione che versa in stato di difficoltà, emersa soprattutto nella pandemia – spiega l’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti – Per affrontare il percorso di impoverimento costante che recepiamo dal territorio, Comune e associazioni si sono uniti e insieme siamo riusciti a strutturare una rete di contrasto a questo fenomeno e di supporto delle situazioni di difficoltà. Non solo: attraverso la coprogettazione che stiamo istituzionalizzando, ci metteremo intorno a un tavolo per strutturare gli interventi di contrasto agli effetti covid e crisi energetica e un sistema di accoglienza e comunità, lo faremo cercando armonizzare l’azione in linea con le competenze e le esperienze di tutti i soggetti che ne fanno parte. PrIns esiste dal 2017, le risorse non sono state utilizzate dalle precedenti amministrazioni, noi abbiamo cominciato a farlo dallo scorso anno, creando la rete e studiando gli interventi più utili ed efficaci. Sicuramente nei prossimi mesi organizzeremo anche un osservatorio sull’impoverimento che ci consenta di condividere i dati per rendere più efficace l’utilizzo di queste risorse. Oltre a potenziare i servizi già esistenti, come la mensa, il finanziamento ci permette di strutturare un centro servizi che, nell’ultimo piano sociale nazionale, è un livello essenziale di prestazione sociale. Accanto a questo attiveremo il Pronto intervento sociale 24 ore su 24, con un numero di telefono per comunicare direttamente con l’Amministrazione e la rete delle associazioni. Passiamo dall’assistenza all’attivazione di una vera “presa in carico”, con strategie di inclusione delle famiglie in condizione di povertà e andiamo oltre con l’aiuto di operatori che si occupano del reinserimento nel mercato del lavoro e nella vita di società. Tutto questo con l’obiettivo di emancipare i soggetti interessati dalla condizione di bisogno e restituire loro l’orizzonte di una via di uscita”.

“A novembre il Comune ha approvato il piano sociale, dentro cui ci sono tutti gli interventi del triennio, compresi quelli del PrIns nell’area della povertà e inclusione – aggiunge Carmine Tontodimamma – Partiremo il 15 febbraio con le prime attività, il progetto dura un anno ed è un intervento che va ad incastrarsi su tutti i servizi già presenti: non solo come povertà e inclusione con il Pronto Intervento Sociale, ma anche con una serie di altri progetti come l’housing first per la povertà estrema e senza fissa dimora e altri progetti del PNRR, questo perché Chieti ha partecipato a tutte e 7 le linee del sociale previste dalla misura. Armonizzati i servizi sul piano sociale, parte ora anche l’armonizzazione sul territorio, coinvolgendo tutti i soggetti capaci di costruire definitivamente la rete. Sono tre le tipologie di intervento, la prima è l’assistenza H-24, che assicura copertura continua per i servizi, in modo che soggetti con capacità specifiche ricevano cure sempre; poi c’è la presa in carico che va oltre l’emergenza, con un progetto personalizzato per fare uscire l’individuo dalla condizione di povertà, con la messa a disposizione di figure professionali come avvocato, orientatore, formatore; infine il centro servizi, che è una sorta di cabina di regia a disposizione del territorio”.

“È un progetto importante – aggiunge Paola Rutolo, dell’associazione TeAtelier – che mette insieme azioni e servizi per la costruzione di una vita migliore dentro la comunità, sia per italiani, sia per stranieri, perché qui a Chieti abbiamo visto un aumento della popolazione straniera. Il progetto rompe pregiudizi e preconcetti e lo fa con un’azione pratica qual è lo sportello di orientamento al lavoro gestito dalla cooperativa il Sole e uno di mediazione linguistica che consentirà agli stranieri di essere parte della comunità. Creeremo anche una short list per la mediazione culturale e lavoreremo per favorire un’inclusione concreta e non solo teorica”.

“Abbiamo un retaggio antico di buone pratiche come comunità vincenziana – aggiunge Marina Orsini, vice presidente dei Gruppi del Volontariato Vincenziano di Chieti – siamo arrivati al 2017, alla legge sul terzo settore che ci consente di attivare servizi a vantaggio della popolazione che ha bisogno. Con il progetto saremo in rete e potremo approfondire le necessità non solo materiali delle persone che seguiamo anche attraverso corsi di psicologia e comunicazione, per riattivare la vita pratica che queste persone non sono più capaci di affrontare. Lo faremo con centri di lettura per stranieri per imparare meglio la lingua e altre iniziative che grazie al progetto potremo realizzare”.

“Ci occupiamo di supporto già dal 1617 – riferisce Suor Annarita Alessandri, referente del Centro Santa Luisa – perché l’amore gratuito precede sempre le istituzioni, così fece San Vincenzo a Parigi fondando l’accoglienza delle Antiche dame. Accogliamo persone con un bagaglio di difficoltà e un vissuto lacerante e la nostra missione è prendere in carico la persona, che accompagniamo nella città perché ricostruisca la sua economia. Cerchiamo di dare loro speranza, facendoli rinascere nella sostanza e anche nell’aspetto, perché possano rapportarsi al mondo e riattivare il gusto della vita. Mi fa piacere essere parte di questa rete per perché possiamo agire insieme”.

“Importante anche il fatto che il Comune abbia creato l’area adulti e fragili con condizioni di disagio, per costruire percorsi di inclusione sociale che non si limitano solo all’aspetto economico ma agiscono sulla globalità della persona – così Donatella Salerni, coordinatrice delle attività dell’area adulti del Comune – Non lavoriamo da soli, ma con due assistenti sociali e in stretta collaborazione con il segretariato sociale, che è la porta di accesso al servizio. Dobbiamo lavorare ad evitare la duplicazione degli interventi e in maniera integrata, per arrivare a tutti i cittadini che non sono stanti ancora presi in carico per mancanza di informazione o pregiudizi per i servizi sociali. Tutti devono essere informati perché possano accedere ai servizi e costruire una società più equa”.

“Il progetto è una risposta concreta ai bisogni sempre più urgenti e pressanti delle fasce più emarginate e della povertà estrema – conclude il consigliere Silvio Di Primio – Una risposta preziosa, specie dopo la pandemia e la guerra che stanno portando a una crisi economica anche famiglie che prima stavano bene e in vista di quello che verrà, perché nelle misure governative non è stato rifinanziato, ad esempio, il fondo di sostegno agli affitti e questo è un’ulteriore spinta verso la povertà. Una rete fra istituzioni è indispensabile, la sinergia comune e associazioni è l’unica via per cercare di fare dare risposte alle persone che hanno bisogno di tornare a vivere e agevolarle”.