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Chieti, Febbo in visita al SS Annunziata: ‘Finalmente si torna a investire’

Chieti. “L’ospedale di Chieti torna a essere un cantiere. Con una prospettiva di crescita che è davvero un buon inizio per il nuovo anno”. Questo il primo commento del Consigliere Regionale Mauro Febbo durante la visita al “SS. Annunziata” compiuta in presenza del Direttore generale della Asl Thomas Schael.

“Ho chiesto di andare a vedere di persona la situazione di un ospedale nel quale si era persa memoria di investimenti – spiega Febbo – e dove invece ho trovato grande fermento e segni evidenti di una progettualità che porterà valore aggiunto all’assistenza offerta, attraverso nuove tecnologie, già acquistate, e lavori di adeguamento e ampliamento. Sono stati già spesi più di 5 milioni di euro per nuovi letti (erano vecchi di almeno trent’anni), Tac, attrezzature radiologiche, ventilatori e pompe infusionali ma il grande salto sarà fatto con l’acquisto del nuovo acceleratore lineare, che entro l’anno sostituirà quello più datato. Si sta già lavorando per la gara, congiuntamente con la Asl dell’Aquila, mentre è in arrivo, in questi giorni, il sistema laser per la centratura dei pazienti da avviare ai trattamenti di radioterapia: gli uffici della Asl hanno accelerato le procedure e chiesto alla ditta fornitrice di procedere alla consegna con la massima urgenza”.

“Sul fronte degli adeguamenti strutturali – spiega ancora il Capogruppo di FI – sono in corso diversi interventi: la riorganizzazione del Pronto Soccorso, con la differenziazione dei percorsi, l’ampliamento dei posti letto di Rianimazione e dell’area sub intensiva, il potenziamento delle Malattie Infettive, per un investimento complessivo di 4 milioni di euro. Un importo di pari valore, invece, è a disposizione della Asl per chiudere una volta per tutte la vicenda dei corpi da fabbrica da abbattere perché a rischio di staticità, prevedendo soluzioni alternative per recuperare gli spazi persi. In realtà, questo resta il punto di maggiore criticità dell’ospedale di Chieti: la concentrazione e il trasferimento delle attività conseguenti allo svuotamento dei Corpi C e F hanno causato disagi a operatori e pazienti, costretti a subire un danno che ha origini lontane e non ammette, per questo, polemiche strumentali. Gli spazi, che sono quelli che sono, e le scelte di riorganizzazione rese necessarie dall’emergenza Covid-19 non possono essere, in una fase così drammatica per la sanità, argomento per la retorica politica a caccia di consensi. Sull’ospedale di Chieti, in particolare, non si ha memoria di investimenti nella storia recente. Sfido il precedente governo regionale a fare l’elenco dei soldi messi a disposizione di questo presidio e degli interventi realizzati, a ricordare quale grande progetto di crescita abbia caratterizzato il SS. Annunziata in tempi liberi da pandemia, in cui sarebbe stato anche facile pensare in grande e sviluppare nuovi servizi. Nulla di tutto questo è stato realizzato quando c’erano le condizioni più favorevoli per investire sulla progettualità, ma evidentemente non c’erano né la volontà né le capacità”. “Oggi, nonostante la pandemia, la sanità si sta riorganizzando ed esprime la capacità di cogliere in una situazione di crisi una grande opportunità. L’unico momento in cui il precedente governo regionale aveva posto l’attenzione sulla realtà sanitaria teatina – conclude Febbo – era stato con il project financing per il nuovo ospedale, che ha ricevuto per ultimo lo stop dal Consiglio regionale in quanto è stata ribadita la mancanza di capacità economico – finanziaria. Inoltre, siamo in attesa del pronunciamento del Tar, in programma il prossimo 27 gennaio, e auspichiamo che sia messa finalmente la parola fine all’inutile e carente progetto faraonico di D’Alfonso e Paolucci, senza danni economici a carico della sanità teatina e dei cittadini. A quel punto, si potrà finalmente ragionare su altri interventi da mettere in campo per il ‘Clinicizzato’ di Chieti a cominciare dalla realizzazione di un nuovo parcheggio che faccia cessare la vergogna, fatta di caos e soste indegne, alla quale assistiamo quotidianamente”.