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Chieti, Di Ciano: ‘Servono aule, non container’

Moduli fabbricati per rispondere alla carenza di spazi nelle scuole – il coordinatore provinciale di Chieti di Italexit disapprova la proposta di Provincia e Comune

Chieti. Utilizzare moduli prefabbricati per rispondere in breve tempo alla carenza di spazi. E’ la proposta avanzata dalla Provincia e appoggiata dal comune di Chieti.

Sulla questione interviene con una nota Andrea Di Ciano, esponente del partito di Gianluigi Paragone, che boccia l’ipotesi: «Come si può pensare – scrive il coordinatore – di costringere per i prossimi anni scolastici centinaia di studenti e docenti a svolgere le attività didattiche in prefabbricati provvisori? Oltretutto con una totale incertezza dei tempi per la realizzazione di aule sufficienti per il fabbisogno reale delle scuole. Torniamo a chiedere che si facciano investimenti sensati e duraturi, per soddisfare il bisogno reale degli studenti: avere locali accoglienti e spaziosi, non soluzioni arrangiate e insostenibili».

«Alcune scuole superiori di Chieti di pertinenza della Provincia e 350 studenti del comprensivo 2 di pertinenza del Comune – prosegue Di Ciano -stanno per vivere un anno scolastico particolarmente difficile per la mancanza di aule rispetto al numero delle classi; da moltissimi anni, oramai, non ci sono investimenti significativi per recuperare e riqualificare spazi, locali, edifici o plessi dismessi, così da dare risposte strutturali alle esigenze impellenti di studenti, insegnanti e personale Ata. A fronte di tale inerzia, il presidente della Provincia Menna non trova di meglio che offrire alle scuole dei prefabbricati costosissimi e disagevoli in attesa che arrivi la pioggia di soldi del Pnrr».

«Ci sono spazi pubblici e privati inutilizzati che potrebbero essere destinati alle scuole teatine- per non parlare dei soldi del Pnrr che dovrebbero riguardare soprattutto scuole, ospedali e affrontare le carenze strutturali dei servizi pubblici».

«La soluzione – conclude Di Ciano – è forse peggiore del problema; al di là delle buone intenzioni, non pensiamo che davanti alla assenza di palestre, aule e laboratori la risposta possibile sia quella dei container».