Asl Chieti, concorso infermieri. Paolucci: ‘Tutto fermo dal mese di febbraio, la Regione ha speso 50.000 euro per non procedere’

Chieti. “Non sono in vista passi avanti sul concorso pubblico fermo da febbraio per la copertura di 30 posti di collaboratore professionale sanitario-infermiere, indetto dalla Asl Lanciano, Vasto, Chieti, nonostante sul tema avessi presentato un’interrogazione per chiarire lo stato dell’arte, la Regione ha risposto confermando lo stop e senza dare una data su cosa intenda fare della procedura pagata con 39.000 euro di risorse pubbliche alla Merito Srl, società che ha seguito le prime fasi”, riferisce il capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci a risposta ottenuta.

“La procedura concorsuale è partita il 3 maggio 2019 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in novembre si è costituita la commissione concorsuale, l’8 Gennaio 2020 a Pesaro la prova scritta per i 7.823 candidati, gli ammessi sono stati resi noti in Gazzetta Ufficiale il 21 dello stesso mese con la convocazione per il giorno 11 Febbraio 2020 al Palacongressi di Rimini per la seconda prova che non si è mai verificata a causa dei numerosi ricorsi degli esclusi – illustra Paolucci – Oggi sappiamo che la Merito Srl che per predisporre tecnicamente le prove dell’intero pacchetto ha avuto 39.900 euro, (affidati direttamente perché sotto la soglia dei 40.000?); che la Commissione ha provveduto invece alla redazione dei quesiti; che ammonta a 15.327,75 euro più IVA il costo del personale e della logistica sostenuto dalla Asl per effettuare le prove a Pesaro; che sono 23 i ricorsi presentati dai candidati, 9 relativamente alla prova mattutina e 14 a quella antimeridiana; che nonostante la commissione avesse il 6 febbraio bloccato le prove, non ha ad oggi ancora deciso cosa fare, ma soprattutto, la Regione, nonostante l’emergenza Covid e la penuria di personale nella Asl, ha pensato bene di non incalzarla, perdendo tempo e risorse economiche e professionali preziosissime. Sappiamo anche che le esigenze sono state sopperite con l’assunzione di personale a tempo determinato, quindi costi su costi, ancora.

Questa è la storia, messa nero su bianco dalla direzione amministrativa e sanitaria della Asl 2 e con la firma in calce del manager Thomas Schael che sull’argomento non ci ha ad oggi regalato perle di saggezza o tweet chiarificatori.

Lo stallo impossibile che avevamo denunciato continua fino a data da destinarsi, mentre nel settore si sta muovendo sull’ipotesi di promuovere assunzioni dirette, al fine di bypassare costi e intoppi concorsuali, ma servono chiare e trasparenti regole d’ingaggio, a cui bisogna lavorare attraverso nuove norme e progetti di legge che siamo pronti anche a costruire, ma di fronte a una volontà precisa di assunzione che ad oggi è solo annunciata e che non abbiamo ancora né visto, né percepito.

Di certo, oltre l’inerzia, ci sono i costi sostenuti: circa 50.000 euro di risorse pubbliche impiegate per un concorso fermo e quelli per l’assunzione di personale in attesa delle assunzioni bandite. Parliamo di lavoratori che continuano ad essere precari, una linea confermata dal no del centrodestra nell’ultimo consiglio regionale alla stabilizzazione di tantissimi operatori sanitari che oggi lavorano con le cooperative.

Non è possibile che l’Esecutivo riconosca diritti e privilegi solo dei manager e chiuda sempre le porte in faccia ai diritti e delle legittime aspettative della comunità”.

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