Pescara. “L’economia del territorio della Costa dei Trabocchi si rivela sempre più un modello composito dove i diversi motori dello sviluppo devono coesistere per garantire occupazione, crescita e reddito. Questo è accaduto fino ad oggi fra il sistema delle riserve e le diverse attività produttive presenti sulla costa e questo è anche il percorso che ho riconfermato al Ministero dell’Ambiente al fine di giungere ad un giusto equilibrio ed una convivenza con il costituendo Parco”.
Questo il commento dell’assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo dopo l’incontro presso il Ministero dell’Ambiente al quale hanno partecipato Michele Fina, responsabile segreteria del Ministro all’Ambiente, e Renato Grimaldi, Direttore generale del Ministero per la Protezione della natura e del mare.
“Inoltre, un altro passo importante e fondamentale è stata la richiesta avanzata dal sottoscritto di inserire all’interno del Dpr di istituzione del Parco, le norme specifiche che recepiscono tutto il progetto della Via Verde Costa dei Trabocchi che rimane parte integrante e fondante del futuro Parco con i relativi fondi Fas già messi a disposizione. Anzi – sottolinea Febbo – occorre partire da quello che c’è per trovare le soluzioni idonee e corrette. Prima di tutto è impensabile delineare i confini del Parco con la perimetrazione troppo ampia presentata dal Ministero come vi sono diverse proposte avanzate da alcuni Comuni dove emerge chiaramente la volontà a non far nascere il Parco. Quindi oggi è indispensabile partire dalla suddivisione di un territorio in diverse zone, finalizzata all’applicazione di forme di gestione adatte alle specificità di ordine geomorfologico ed ecologico così come di profilo socio-economico di ogni area. La zonizzazione costituisce un riferimento essenziale per una gestione sostenibile dei parchi: la separazione di aree di diverso pregio ambientale consente di articolare i piani gestionali in modo da garantire la tutela degli elementi di più rilevante interesse conservazionistico e, nel contempo, la predisposizione di infrastrutture di fruizione e la valorizzazione di attività antropiche compatibili. Sulle spiagge, ad esempio, – spiega l’assessore Febbo – resta e vige per intero l’attuale Piano paesaggistico pertanto non cambia assolutamente nulla e rimane di competenza dei Comuni titolari dei tratti interessati. Non bisogna dimenticare che il territorio è il risultato di una costante e millenaria interazione tra le attività dell’uomo e la natura. Infatti le attività agricole esistenti sulla Costa dei Trabocchi oggi contribuiscono in maniera significativa di grande valenza paesaggistico, agronomica, enogastronomica e culturale. Un valore imprescindibile da ogni tipo di Piano per il futuro Parco. A tal proposito va rivisto anche la governance del Parco dove I Comuni devono avere responsabilità e continuità decisionale sul proprio territorio. Pertanto – conclude Febbo – il mio indirizzo e quello del Governo regionale mira a definire il ruolo del Parco e i rapporti tra l’ente di gestione, i residenti, i fruitori e chi svolge attività economiche sul territorio dell’area protetta. In definitiva, è perseguito l’obiettivo di far coesistere la tutela dell’ambiente e la presenza di attività sostenibili, facendo del Parco anche uno strumento per favorire lo sviluppo locale e al tempo stesso scongiurare l’installazione di Ombrina Mare”.