A sottolinearlo, con una conferenza stampa tenuta oggi, sono stati i consiglieri regionali Pd Antonio Blasioli e Silvio Paolucci, affiancati dai gruppi consiliari Pd, Sclocco Sindaco e Città Aperta al Comune di Pescara.
“L’area in questione, ubicata sul Lungomare Matteotti, versa da anni in uno stato di totale abbandono di cui risentono principalmente residenti e attività limitrofe”, hanno detto Blasioli e Paolucci, “Ricevere ieri dall’Assessore all’ambiente della Giunta Marsilio risposte scontate che testimoniano l’inattività della Regione ci ha lasciati esterrefatti e increduli. La sensazione è che quell’area possa restare così per anni”
“Il sindaco deve decidere se stare dalla parte dei pescaresi o dalla parte della Giunta regionale – hanno aggiunto Stefania Catalano, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli e Marco Presutti -. Nei prossimi giorni presenteremo una mozione in Consiglio comunale affinché Masci si attivi presso la Regione, in quanto non può permettersi di essere complice né della mancata riqualificazione del complesso né soprattutto di una potenziale emergenza sanitaria per quella zona”.
Nell’area, la Regione aveva previsto la realizzazione di un centro culturale, di una piazza e di un “distretto del gusto”. Nel 2021, però, il Consiglio comunale ha approvato la variante progettuale per la realizzazione di un “giardino tematico”. “Il 3 marzo 2021”, ricordano però i consiglieri del centrosinistra, “a seguito delle analisi ambientali disposte dalla società Immotrading – nel frattempo divenuta coaffidataria insieme alla società SII srl della realizzazione delle opere – e propedeutiche all’avvio dei lavori, è emersa la potenziale contaminazione del sito industriale dismesso. Accertati il superamento nelle acque di falda delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) per quanto riguarda il cloruro di vinile (sostanza cancerogena presente negli idrocarburi) e la presenza di alcuni serbatoi sotterranei, la nuova società Fea srl, subentrata come concessionaria a CFC e Immotrading, è stata invitata dall’Arta ad attuare le opere di messa in sicurezza, articolate in un intervento di barrieramento idraulico e nella rimozione delle cisterne interrate. Successivamente la Fea srl ha approntato un piano di caratterizzazione ambientale finalizzato al risanamento dell’area, che è stato poi sottoposto al vaglio di una conferenza di servizi convocata dal Servizio Geologia, Siti contaminati, Vas e Beni ambientali del Comune di Pescara, che ha visto la partecipazione dei soggetti pubblici coinvolti. In tale sede, come si evince dal verbale, la società ha ribadito come, a distanza di due anni dalla consegna del sito, non avesse ancora la facoltà di avviare i lavori di riqualificazione nonostante l’esborso di circa €. 200.000,00 per indagini ambientali e opere di messa in sicurezza. E sottolineato di avere chiesto alla Regione una proroga per la conclusione dei lavori, considerata l’incompatibilità con i termini inizialmente pattuiti (4 anni), senza ottenere però alcun riscontro”.
“In sostanza, mentre per la società concessionaria – soggetto, come chiarito in Conferenza dei Servizi, non responsabile dell’inquinamento e che ha già sborsato 200mila euro per le misure di prevenzione – si prospetta un ulteriore aggravio economico considerato che il piano di caratterizzazione è stato implementato nel corso della conferenza suddetta, la Regione, proprietaria dell’area e presumibilmente soggetto inquinatore (in virtù di una partecipazione totalitaria in TUA che è subentrata alla GTM, erede a sua volta della vecchia FEA), si sottrae ai propri impegni trascurando una situazione che si protrae ormai da diverso tempo”, concludono.