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Pescara, Di Pillo lascia il M5S: una cinquantina di ex grillini con Costantini sindaco

Pecsara. “Dopo una lunga agonia, per il sottoscritto e non solo, il Movimento 5 Stelle è morto. Non è stato semplice fare un passaggio del genere, non è stato semplice accettare quello che è accaduto. Sono anni che lavoriamo su moltissimi temi in citta’ e vederci esclusi da un algoritmo di Rousseau sinceramente non mi piace”.

Senza trattenere le lacrime Massimiliano Di Pillo, da oggi ex consigliere comunale del M5s, nel corso della conferenza stampa convocata stamani, ha annunciato la sua uscita di scena e l’inizio di una nuova avventura insieme ad altri sei attivisti del Movimento con il Polo Civico che sosterrà la candidatura a sindaco di Carlo Costantini.

“Il suo progetto non vede una rappresentatività di destra o sinistra. Carlo era al nostro fianco quando il movimento iniziò a presentare le sue liste alle elezioni amministrative. Ha costruito nelle regionali del 2008, lavorando insieme agli esperti della Casaleggio, il primo programma che conteneva al maggior parte delle idee e delle proposte alle quali ci siamo ispirati. Credo sia l’unica persona in Italia eletta due volte alla regione e due volte in parlamento, che con le sue scelte ha rinunciato a maturare anche una sola pensione”, ha proseguito Di Pillo.

Ad andare via dal Movimento pescarese però, potrebbero essere molti di più. Forse una 50ina di attivisti, ma i numeri, spiega D Pillo, “li capiremo solo più avanti”. E’ in una lunga lettera che l’ormai ex pentastellato spiega le ragioni di una scelta che, dice, “precede l’inevitabile esclusione”. Al centro della vicenda l’esclusione della lista “in cui mi presentavo come consigliere e non come sindaco”, precisa, dalla piattaforma Rousseau e “il silenzio di tutti. Dal capo politico ai parlamentari, anche regionali, fino ai consiglieri comunali del Movimento”. Nessuna spiegazione su quanto accaduto e nessun sostegno, denuncia, che hanno decretato la sua uscita di scena.

Al termine della conferenza il gesto simbolico con cui Di Pillo ha tolto la spilla del Movimento