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Pescara, dai Cas agli Sprar: la replica di Alessandrini

Pescara. Replica del sindaco, Marco Alessandrini, alla polemica dei giorni scorsi a seguito delle procedure avviate dal Comune per trasformare i Cas (Centri Accoglienza Straordinaria) in Sprar (Sistema Protezione Rifugiati e Richiedenti Asilo):

“Il percorso avviato dal Comune di Pescara per attuare una conversione progressiva dai Cas agli Sprar risponde a una visone amministrativa finalizzata a sviluppare una ‘politica di riqualificazione’, di coordinamento della rete territoriale e di garanzia di servizi qualificati, che tantissimi Comuni italiani hanno già attuato e stanno attuando”.

“Scenari ambigui esistono solo nella mente di chi da mesi cerca di strumentalizzare politiche e diritti di accoglienza previsti e sanciti, oltre che dalla nostra legislazione, anche da quella europea, solo per aggiungersi al coro di chi semina paure per acquistare un facile consenso”.

“Detto questo, con la Delibera di Giunta approvata lo scorso Aprile, il Comune non fa altro che elaborare un piano e chiedere al Ministero l’autorizzazione per attuare una graduale conversione dai Cas agli Sprar. Motivo propulsore di tale conversione è quello di avvicinarsi alla “clausola di salvaguardia” concordata con l’Anci per poter poi chiudere i Cas sul territorio cittadino”.

“Questo accade per due ordini di ragioni: la maggiore sicurezza degli Sprar e il fatto che oggi le persone accolte nei 4 Cas attivi sul territorio comunale sono191, ben al di sotto dei 272previsti dall’Anci. Pertanto ad oggi l’Amministrazione non fa altro che mantenere i piedi ben saldi alla realtà, considerato che l’iter del decreto annunciato dal Ministro Salvini non è definito ed è suscettibile di cambiamenti e slittamenti”.

 

“Infatti il sistema Cas e Sprar è ancora in piedi e un sindaco ha il dovere di amministrare tenendo presente la situazione e non facendosi condizionare dall’eco di ciò che la nuova maggioranza governativa vorrebbe accadesse, peraltro senza tenere conto dell’effettiva attuabilità delle proposte contenute nel decreto”.

 

“Inoltre la conversione risponde a dei criteri di progressione e la sua attuazione graduale dipenderà dall’approvazione del Ministero, di conseguenza è certo che saremo attenti a valutare disposizioni ed eventuali modifiche normative e a lavorare nell’interesse della cittadinanza, che è la cosa che ci preme di più”.

 

“Quanto ai futuri gestori, se il piano di conversione sarà autorizzato, l’individuazione dipenderà da un bando pubblico e non da altro, così com’è finora accaduto. I gestori attuali resteranno finché dura la loro convenzione, perché per questa Amministrazione non ci sono altri parametri che la legge per governare”.