Questo l’oggetto delle critiche, emerse oggi in consiglio comunale durante la delibera del contributo alla spesa di 237mila euro complessivi: “Queste somme vengono prelevate dai 5 milioni di euro che il governo nazionale per l’anno 2023 ha destinato, in quota proporzionale ai 3 Comuni, proprio per agevolare le operazioni di fusione”, afferma il gruppo del M5S, che contesta come “la somma di 50mila euro venga investita solo ed esclusivamente dal Comune di Pescara, senza che ci sia alcuna compartecipazione di Montesilvano e Spoltore, nonostante in tutti gli impegni di spesa sia indicato espressamente che l’ampliamento di Adriatica Risorse sia necessario proprio in prospettiva della fusione nel nuovo Comune di Pescara”.
“Solleva un aspetto ancor più grave la giustificazione addotta dal centrodestra targato Masci – proseguono i pentastellati – secondo cui, in realtà, non ci sia alcuna certezza che, una volta avvenuta la fusione, sarà proprio Adriatica Risorse a gestire il servizio di riscossione tributi per il nuovo Comune di Pescara”.
La circostanza ha alimentato ancor di più le polemiche pentastellate: “In realtà, nell’ultimo bilancio 2023-2025 approvato a Pescara”, spiegano Sola, Di Renzo e Alessandrini, “ci sono altri 150mila euro destinati proprio ad aumentare la dotazione di risorse umane e informatiche di Adriatica Risorse in previsione del progetto di fusione. E’ gravissimo che quindi si utilizzino fondi destinati alla fusione per delle finalità diverse se non c’è chiarezza né programmazione su come verranno uniti i servizi, o su chi farà cosa, è assurdo pensare di spendere centinaia di migliaia di euro per ampliare strutture e risorse di un servizio che potrebbe restare limitato agli attuali confini di Pescara. Se c’è un’esigenza contingente, sarebbe più opportuno ragionare in termini di locazione piuttosto che di acquisto di nuovi locali, in attesa di chiarire il destino di questa, come delle altre partecipate, e ripartendo tra tutti e 3 i Comuni coinvolti le spese per potenziare i servizi necessari”.
“L’ennesima dimostrazione di come, per questa classe politica, la Nuova Pescara sia solo un’altra vacca grassa da mungere, utilizzando fondi nazionali per sistemare le questioni di casa propria”, concludono i Cinquestelle.