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Manoppello, si allontana dal Consiglio comunale per allattare il figlio: “Voto negato”

Manoppello. Scoppia il caso per la pausa-poppata nel consiglio comunale di Manoppello. Protagonista la capogruppo del gruppo consiliare Futuro in Comune Katia Colalongo che, lo scorso 29 marzo, si è allontanata dall’aula con in braccio il figlio di appena 4 mesi per allattarlo, mentre l’Aula stava discutendo il Piano delle alienazioni.

“Sperava di rientrare in tempo per la votazione, visto che aveva rilevato delle incongruenze al piano”, denunciano le consigliere comunali di L’Alternativa Barbara Toppi e Antonella Faraone, ” ma al momento del voto il bambino non aveva ancora finito la poppata. Abbiamo proposto, quindi, di sospendere la seduta per dare la possibilità alla consigliera di finire di allattare e riprendere il suo posto. Ma la nostra proposta ha avuto solo l’appoggio dell’assessora Melania Palmisano e, al momento del conteggio dei voti contrari, un altro dissidente si è aggiunto a noi: il consigliere Roberto D’Emilio, che dopo aver alzato la mano, l’ha subito riabbassata ”.

“Tutti gli altri”, proseguono Toppi e Faraone, ” hanno rigettato la proposta e, tra questi, anche l’assessora alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali Giulia De Lellis” (assenti alla seduta i consiglieri Esposito e D’Ostilio)”.

Alla loro denuncia, espressa su Facebook, risponde il gruppo di maggioranza Uniti per Manoppello, con una nota che fornisce la contro-versione: “La consigliera Colalongo ha preso parte alla seduta, particolarmente importante per questo consesso poiché si sarebbe approvato il Bilancio di previsione finanziaria 2019-2021, con il proprio bimbo di quattro mesi. Alla stessa è stato concesso di tenere in braccio il bambino durante gran parte del consiglio, nonostante le attuali leggi lo vietino, ed anzi, la presenza del piccolo è stata occasione di gioco e di selfie da parte di diversi colleghi consiglieri. Durante la discussione di un punto all’ordine del giorno, la consigliera si è alzata con il suo bambino in braccio e, con estrema discrezione, si è allontanata dall’aula senza chiedere e dire nulla. La discussione dunque è proseguita per altri quindici minuti e, solo al momento del voto, con l’unico intento di continuare a fare ostruzione, la consigliera Toppi ha chiesto la sospensione adducendo come motivazione la mancanza dell’altra consigliera di minoranza, che risultava essere ancora assente”.

“Il motivo, dunque, per il quale è stata respinta la richiesta è stato il lampante e chiaro pretesto ed intento ostruzionistico da parte della Toppi che, invece, se avesse tenuto realmente alla partecipazione della consigliera, avrebbe richiesto la sospensione al momento della sua uscita dall’aula”, incalza il gruppo di maggioranza, che conclude: “Appare singolare inoltre, che la diretta interessata non abbia affatto commentato l’accaduto, come invece ha rimarcato la Toppi, mistificando la realtà a proprio uso e consumo”.