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Politica Chieti

Il responsabile della Direzione medica dell’ospedale di Ortona replica al consigliere Smargiassi

Ortona. «Con riferimento alla visita del Consigliere regionale Pietro Smargiassi all’ospedale di Ortona, si rendono necessarie alcune precisazioni che smentiscono quanto riferito al colloquio avuto con il sottoscritto, perché non si può lasciar correre se viene distorta la realtà dei fatti a uso strumentale.

Il Consigliere, in compagnia del collega Taglieri, si è presentato ieri mattina presso la Direzione medica dell’ospedale di Ortona chiedendo di andare in Chirurgia per incontrare il primario o un suo sostituto. Ho fatto notare che non avrebbe trovato né l’uno né l’altro e che avrebbe potuto parlare con me, vista l’insistenza a voler comunque sentire qualcuno. C’è stata, dunque, una chiara volontà da parte mia di andare incontro all’esigenza manifestata di dare informazioni sulle attività del presidio e non di omettere o vietare alcunché, come invece denunciato dal consigliere. A fronte, poi, della scelta di recarsi comunque presso l’unità operativa, ho raccomandato, sicuramente con toni fermi, di riferire con onestà l’esito della visita, memore di una precedente esperienza nella quale lo stesso interlocutore, non avendo rilevato particolari criticità da denunciare, sui media aveva enfatizzato e censurato un unico aspetto, davvero di poco conto, e presentato come grave inefficienza dell’ospedale. Ho una conoscenza di questo ospedale in ogni dettaglio, punti di forza e di debolezza sono noti a me per primo, ma ho il dovere di difenderne l’immagine se viene minacciata da giudizi superficiali e urlati a fini strumentali. Il mio invito di ieri a rappresentare la sola verità, dunque, era legato a questo precedente, perché non si può vedere una cosa e raccontarne un’altra.

I fatti sono questi e gli insulti di cui il Consigliere riferisce non appartengono alla mia persona: ho rispetto dei ruoli, di quelli degli altri e del mio, perciò mai ho offeso rappresentanti delle istituzioni, tantomeno ieri, come possono confermare altri dipendenti che erano presenti all’incontro. La passione per il mio lavoro e il senso di appartenenza sono stati scambiati per supponenza, ma quanti mi conoscono, e di esponenti di primo piano della vita politica e amministrativa ne ho incontrati tanti, sanno riconoscere l’onestà e l’impegno che ho sempre messo nella mia attività professionale. E quest’ultimo episodio non fa eccezione.»