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Bussi, i teli che coprono la discarica squarciati in più punti

Bussi sul Tirino. “Il progetto di messa in sicurezza d’emergenza della discarica di Bussi è nato per evitare l’infiltrazione di acque meteoriche e l’ulteriore diffusione della  contaminazione dal sito. Ma il manto di geotessile impermeabile e isolante che copre il terreno contaminato, secondo quanto stabilisce il metodo del cosiddetto “capping”, appare aperto su più punti”.

A lanciare l’allarme è il consigliere regionale del Pd Antonio Blasili, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo sul sito della cosiddetta discarica dei veleni. “Se questa tecnica è stata adottata per mettere in sicurezza il sito prima ancora della bonifica, perché la sua impermeabilizzazione avrebbe evitato che l’acqua piovana toccando i materiali della discarica potesse raggiungere la falda e il fiume Pescara, da subito si nota che ci sono ampie zone in cui tutto ciò non avviene più”, riferisce Blasili, “In più parti la copertura è squarciata e sui teli ho visto scorrere una grande quantità d’acqua, malgrado il giorno del mio sopralluogo non avesse piovuto, tanto da interrogarmi anche sulla provenienza di questo quantitativo di liquidi. E’ dunque necessario accertare se tale stato vada a nuocere all’ambiente circostante e al vicino fiume che hanno già un’imponente ipoteca sulla loro salubrità e chi debba intervenire per verificare ed eventualmente ripristinare al più presto le doverose coperture”.

“Chi deve provvedere alla manutenzione dei teli e del capping?”, interroga ancora il consigliere Dem, “Mi chiedo innanzitutto se la competenza sia del Comune di Bussi che è divenuto proprietario delle aree dall’accordo di programma del 3 maggio 2017 o spetti alla Edison, in forza dell’ordinanza provinciale. Così come, se alla luce di questa situazione l’Arta stia verificando i piezometri per controllare i valori (chiederò già domani di ricevere i dati) e se viene effettuato ancora l’emungimento dell’acqua dalla cabina situata a ridosso delle discariche 2 A e 2 B”.

“E infine”, conclude, “se forze dell’ordine e organismi inquirenti conoscano questa situazione, se si siano attivati per verificare il rispetto delle normative di sicurezza, sulla base delle rispettive competenze e se vigilino sulla sicurezza di centinaia di migliaia di cittadini che a valle delle due discariche potrebbero subire gli effetti di questo completo abbandono”.