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Chieti, polemiche sulla gestione dei rifiuti

Chieti. Nei giorni scorsi il consigliere comunale di Chieti Alessandro Giardinelli aveva sollevato una polemica su un atto della giunta Di Primio che a novembre avrebbe deliberato il pagamento di un extra di 2,4 milioni di euro alla Società Formula Ambiente i cui vertici sono poi finiti nel vortice dello scandalo della “mafia romana”.
Secondo Giardinelli questi soldi non sarebbero dovuti, come dimostrerebbe un documento interno che porta la firma di un dirigente comunale che smentirebbe la giunta.

Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione comunale: “Le notizie le abbiamo lette con un certo stupore – ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – se le carte vengono messe in maniera non corretta diventano dubbiose. Non si devono infangare le persone per bene. Se ci fosse un errore si tratterebbe di un errore umano, ma l’errore non c’è. Sono arrabbiato per questa grande offesa che è stata fatta nei nostri confronti. Il Comune è fatto di diversi organi (sindaco, giunta, Consiglio), la giunta non fa le transazioni non dovute, non determina i valori della transazione. Non è compito del sindaco o dell’assessore dire quanto si deve dare, ma è quello di dare degli indirizzi e dire di fare il meglio per il Comune. A cifra di pagamento era di poco più di 3 milioni, di questa somma il dirigente La Rovere ha valutato quali sono le cifre da riconoscere, dopo l’intervento del dirigente c’è stato un risparmio di quasi un milione di euro. Non c’è stato alcun regalo, sono stati pagati dei servizi extracontrattuali, se il Comune riceve dei servizi li paga. C’è stato un ottimo lavoro da parte del dirigente che non ha posto nessuna intromissione dell’amministrazione. È stata fatta un’azione che va tutta a favore dell’amministrazione e dei cittadini. Con questo atto le future amministrazioni non si troveranno in difficoltà come mi sono trovato io insieme alla mia amministrazione ad inizio mandato. Non c’è stata nessuna regalia nei confronti di nessuno, tantomeno nei confronti di Formula Ambiente. La mia difesa è nei confronti del dirigente, del sottoscritto, dell’amministrazione e della città”.

“La gara del nuovo bando – ha spiegato l’assessore alla Raccolta Differenziata del Comune di Chieti, Alessandro Bevilacqua – è stata fatta nel 2009, quindi con la gestione Ricci. Questo non è per accusare nessuno, quando abbiamo trovato questa amministrazione abbiamo cercato di agire in maniera trasparente assumendo anche oneri non nostri. Il 26 aprile 2010 è stata approvata la graduatoria finale dove la Mantini fu seconda e diventò prima per esclusione della prima classificata, quindi Formula Ambiente non c’entra. Nel 2011 e nel 2012 la Mantini avanza richieste extracontrattuali per maggiori servizi offerti non richiesti dal contratto. Viene chiesto un tavolo tecnico con quattro membri (due del Comune di Chieti e due della ditta Mantini) per valutare le richieste di poco più di 3 milioni, questo è il promo vero importo giustificato. Il 30 maggio viene accordato l’importo di 2,470 milioni di euro. Da maggio 2013 ci sono stati diversi tavoli tecnici tra Comune e Ati per valutare queste somme. Gli importi lordi sono di 3.179 milioni, quindi c’è stato un risparmio di quasi un milione di euro rispetto alle richieste dell’Ati. Da quando è stato approvato il Regolamento non è stato riconosciuto nulla. Il 5 novembre abbiamo fatto una Delibera , come giunta abbiamo deliberato l’approvazione delle procedure di transazione, l’abbiamo data al dirigente ma non è stata ancora firmata. Noi abbiamo dato l’indirizzo ma poi il resto sta a lui. Il Comune di Chieti avrà solo da guadagnarci”.

“Sono poco più di 3 milioni di euro per servizi extracontrattuali – ha rimarcato il dirigente Giuseppe La Rovere – che non sono calcolabili sulla base del capitolato. Quando parliamo di transazioni, sono transazioni al di fuori del capitolato quindi tutta l’attività è stata fatta nell’extracapitolato. Poi c’è stata una mia mail relativa all’attività successiva nella quale ho chiesto informazioni alla società, questo avveniva in un periodo in cui c’erano delle sollecitazioni”.

 

Francesco Rapino