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Sergio Montanaro su discarica San Donato a Fara Filiorum Petri

Casalincontrada. “La discarica consortile di San Donato a Fara Filiorum Petri è tra quelle che hanno reso possibile alla UE di multare l’Italia per la gestione dei rifiuti. La frase utilizzata dalla UE stessa pare la fotografia della, purtroppo, “nostra” discarica”: non è sufficiente aver ricoperto una discarica di terra o di detriti per dire che sia stata messa in sicurezza. Per la veritá sulla discarica di Fara F. Petri da qualche mese è ben visibile un telo parziale di copertura. Provvisorio”.

Così si legge in un post di Sergio Montanaro sul proprio blog.

“Se ricostruiamo i passaggi dal 2008 ad oggi – prosegue il post – possiamo verificare le accelerazioni che vi sono state nell’ultimo periodo. Evidentemente non sono state più sufficienti le carte a dimostrare ciò che era e rimane indimostrabile nei fatti: la messa in sicurezza di questa discarica. Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una caccia del responsabile tra i vari enti interessati ma nessuna azione è stata messa seriamente in atto conformemente a quanto disposto. Eppure per gestire i problemi gravissimi derivanti da questo ennesimo esercizio di immobilismo politico e tecnico sono stati spesi milioni di euro. Intanto la bomba ecologica e sociale è sempre più armata. Si è confuso per l’ennesima volta il concetto di rimanere a guardare con quello dell’osservare per controllare. La Regione Abruzzo, di fatto, ha solo minacciato un commissariamento ad acta per gestire la messa in sicurezza della discarica un anno fa ma senza nessuna azione. Solo tonnellate di carte. Sempre uguali e sempre infarcite di “faremo”. Intanto i vari cda susseguitisi hanno di fatto “sfrusciato” milioni di euro, messo in crisi un territorio dal punto di vista ecologico e reso alla canna del gas un consorzio e una partecipata che sarebbero potute essere un gioiello ed una risorsa. E la crisi e fattori esterni non possono essere chiamati a corresponsabili. Responsabili sono coloro che si sono avvicendati sino a poche settimane fa alla guida del consorzio. I presidenti Mario Di Paolo, ex sindaco di Bucchianico sino a maggio 2014, e Concetta Di Luzio, ex sindaco di Casalincontrada sino a maggio 2014, con i componenti dei vari cda, sindaci e consiglieri tra i 20 comuni soci, si sono limitati ad occupare una posizione da loro ritenuta strategica dal punto di vista politico, ma nei fatti, grazie al loro immobilismo del dire e non fare, hanno coinvolto 20 comuni in una disfatta economica, sociale ed ambientale che grida vendetta. A gran voce. Ma su questo, dopo anni di denunce pubbliche, a quanto riportato dalle cronache si sta investigando. Speriamo serva a fare chiarezza. Adamo Carulli, ex sindaco ed attuale consigliere di Roccamontepiano, presidente sino a poche settimane fa, imbrigliato in dinamiche di partito e pressato dalla vera e dura realtà si è limitato a mettere pezze sino a quando ha potuto. I fatti ci diranno se la sua esultanza nell’aver finalmente reso pubblici in bilancio una parte dei tanti debiti sia legittima e senza dimenticare che questi debiti sono a nostro carico. Intanto il tempo non è rimasto immobile come lo sono stati coloro che avevano l’obbligo derivante dall’onore della fiducia dei loro concittadini di risolvere questo problema. La vicenda drammatica dal punto di vista economico, lo è ancor di più dal punto di vista ambientale. Anni ed anni di fuoriuscite di percolato. Rischi di crolli della discarica. E tutto ciò che ne potrebbe conseguire. Non secondario è il filo politico che ha legato e condotto tutti i cda che sono sotto osservazione. Tutti i componenti avvicendatisi appartengono a quella schiera politica, quella che è per un’Italia migliore, che, a quanto alle cronache ed allo stato dei fatti, ha solo peggiorato questa parte di Italia pensando solo ad essere a disposizione dei propri referenti politici. Ad ogni livello. La speranza vera è data dall’ingresso nel consorzio e nel cda dei nuovi sindaci dopo le elezioni del maggio scorso. Finalmente si è cominciato a dare corpo ed atto a quelle misure necessarie. La strada è dura. Resa dura ed in salita dal comportamento insulso di chi ha avuto mezzi e tempi per disinnescare veramente e non solo mediaticamente la bomba discarica. Ma, per fortuna, a ben vedere le intenzioni e soprattutto la volontà di fare è molto ben diversa dall’andazzo avuto sino a poche settimane fa. E c’è da augurarsi che questa ventata di positività attiva sblocchi anche quei sindaci che sinora si erano fidati di altri e si recuperino tutte le qualità proprie degli amministratori “pater familias”.