Un progetto al centro di una delibera di Consiglio comunale ritirata dalla seduta odierna dal sindaco Masci. “Siamo stati da sempre favorevoli all’abbattimento di quella che oggi è una vera e propria centrale dello spaccio e dell’illegalità della nostra città, ma quello che il centrodestra vuole ricostruire è un insulto alla dignità di chi vive quel quartiere – commenta la capogruppo Erika Alessandrini – Il grande progetto di ricostruzione partorito dai tecnici chiamati a riqualificare il luogo simbolo della periferia pescarese ripropone, né più né meno, la stessa forma urbana di oggi, chiusa e separata dalla città, con retri e spazi chiusi e inaccessibili, luoghi perfetti per lo spaccio, per la delinquenza e la malavita, lontano dagli occhi di chi percorra via Tavo a piedi o in auto”.
Un progetto errato nel merito, ma anche nel metodo, secondo i consiglieri pentastellati. “La progettualità successiva alla demolizione doveva essere oggetto di un percorso di partecipazione cittadina, di costruzione di un’aggregazione scaturita dalla condivisione delle scelte – proseguono i consiglieri Paolo Sola e Massimo Di Renzo – Invece il progetto approda in aula senza un minimo dibattito e senza che ci siano stati spazi di manovra per modificare il nuovo enclave generato dai distorti indirizzi progettuali dati da Masci, Del Trecco e il resto del centrodestra”.
“È necessario modificare le storture e le brutture evidenti per il nuovo Ferro di Cavallo e chiediamo che venga fatto al più presto coinvolgendo le associazioni che vivono ogni giorno il quartiere e la Parrocchia che, più di chiunque altro, possono parlare con cognizione di causa su quali siano le priorità da soddisfare. In caso contrario siamo pronti a dare battaglia dentro, ma soprattutto fuori dall’aula consiliare”, concludono.