“La narrazione che in questi giorni ha fatto il sindaco Masci è falsa – sostengono – perché quando il centrosinistra nel 2014 è arrivato al governo della città ha dovuto attuare la cosiddetta procedura di predissesto perché le casse erano vuote e quella procedura ha avuto il via libera a suo tempo anche da parte del ministero. Nel frattempo la normativa è stata poi impugnata e oggi siamo di fronte a questa situazione. Il vero punto però è che il sindaco Masci, quando si è insediato il 10 giugno del 2019 era già al corrente di questa sentenza e ci chiediamo perché in questi due anni e mezzo non sono state messe in campo quelle misure che avrebbero consentito a Pescara di non arrivare all’ultimo secondo senza una alternativa. Pescara a differenza di Napoli e Reggio, è rimasta ferma non trovando le soluzioni e oggi è stata anche sanzionata dalla Corte dei Conti per una mancanza di comunicazione e dunque siamo oggi qui a denunciare una situazione peggiore rispetto al 2019 per la totale inerzia dell’amministrazione comunale”.
“Siamo critici – sottolinea il consigliere comunale di Pescara Città Aperta Giovanni Di Iacovo – perché sappiamo che prima che si insediasse Carlo Masci la Corte Costituzionale si era espressa già sulla durata del piano di rientro e quindi già sapeva che doveva fronteggiare questa emergenza. Quindi questa amministrazione non si è occupata di questo problema, non lo ha risolto e ora ci troviamo con una Pescara già spenta da tante iniziative che hanno colpito e affondato la vitalità sociale ed economica della città con danni a livello turistico e in più assistiamo all’innalzamento di questi costi della vita quotidiana con cui devono fare i conti i cittadini perché l’amministrazione non ha fatto i conti con quella che era una priorità: ora bisogna porvi rimedio perché a pagare non possono essere ancora i cittadini”.