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Provincia di Chieti, D’Amico sulle elezioni

Cupello. “La formalizzazione della lista di Centro – Sinistra per le elezioni provinciali del prossimo 12 Ottobre presenta due candidature di rilievo dell’ex gruppo del Pd che ho presieduto per 7 lunghi anni più uno quale coordinatore dell’intergruppo de “L’Ulivo” che fu uno dei primi assoluti costituitisi in Italia prima della nascita ufficiale del Partito avvenuto il 14 ottobre del 2007. Tommaso Coletti e Tamburrino rappresentano un bel risultato“.

Così in una nota il capogruppo uscente del Pd, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Ritengo la presenza dei due autorevoli esponenti di provata esperienza possa soddisfare la formale richiesta avanzata, mio tramite, al gruppo dirigente e parlamentare del Pd della provincia di Chieti di veder riconosciuto politicamente il lavoro duro svolto dai banchi dell’opposizione nel quinquennio 2009 – 2014. Altre richieste ed ambizioni palesatesi non hanno trovato accoglimento nel difficile equilibrio da trovare nel costruire una lista autorevole, con elementi freschi e nuovi, rispettare la presenza di genere e dei territori;  confidiamo sul fatto che non mancheranno altre occasioni per dare dignità e rispetto politico anche ad altri componenti l’ex gruppo del Pd  che hanno ben lavorato e meritavano un formale riconoscimento sul campo per un Ente che cambierà volto, manterrà funzioni uniche ed essenziali e le cui cariche saranno gratuite. Le elezioni del 12 ottobre non saranno democratiche ma frutto di accordi politici tra partiti che, in virtù del fatto che il voto sarà espresso da sindaci e consiglieri comunali il cui valore sarà riferito al numero di abitanti che si rappresenta (ponderato), vedrà i grossi comuni a farla da padrone e dettare legge sui futuri equilibri. Considerate le funzioni che restano in capo a questi Enti bene sarebbe stato mantenere il voto diretto a carico dei cittadini in modo da garantire autorevolezza,  dignità ai territori con una rappresentanza democraticamente eletta altrimenti è meglio abolirli definitivamente e trasferire le competenze alle Unioni dei Comuni ed alle Regioni.
“In ultima analisi – conclude D’Amico – ma solo a titolo personale e per doverosa chiarezza,  mai ho pensato od immaginato un incarico alla Presidenza per il sol fatto che la legge la imputa ad un Sindaco; certo, speravo ed immaginavo, di poter essere protagonista di questa fase di nuovo avvio della Provincia portando in dote l’esperienza maturata in dieci lunghi anni di attività quotidiana fatta sempre in prima linea ed al servizio dell’intero territorio dove, talvolta, ho provato e trovato grande solitudine. Non è stato possibile e non ne faccio un dramma pur provando un profondo ed umano rammarico interiore. Il tempo è solitamente galantuomo e farà giustizia anche di altre sconfitte ed umiliazioni subite facendo chiarezza su chi, con diligenza, è stato alle regole e chi, invece, le ha usate strumentalmente contro gli altri ma abusato per fini propri. Chiudo dicendo ed affermando per l’ennesima volta che ero, sono e resterò del P.D. perché fatti locali, pure tristi e spiacevoli, non possono cancellare ed offuscare una militanza limpida e coerente”.