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D’Alfonso visita l’ospedale di Chieti: ‘patto etico con i medici’ VIDEO

Chieti. “Sono qui per conoscere il quotidiano di questo ospedale e fra dieci giorni incontrerò tutti gli operatori medici e infermieristici che operano nella struttura”. È durata poco più un’ora la visita che questa mattina il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, ha tenuto all’ospedale clinicizzato di Chieti.

Una breve visita nel corso della quale il Presidente, accompagnato dall’ex sindaco di Chieti Francesco Ricci e dal professor Leonardo Mastropasqua, ha visitato la clinica Oftalmologica che ospita il Centro regionale di eccellenza di Oftalmologia, eletto anche come Centro nazionale di Alta tecnologia. Un gioiello dell’offerta sanitaria regionale che conta 5000 interventi l’anno tra robotica della cataratta, trapianti di cornea, chirurgia refrattiva (miopia, astigmatismo, ipermetropia, maculopatia diabetica e senile).

“Abbiamo visitato il Centro – ha detto D’Alfonso – ma anche i reparti dell’ospedale nella loro produzione quotidiana di servizi alla persona. Sappiamo benissimo che c’è bisogno, in questo particolare momento, di fare il punto di quello che serve e di quello che si deve fare, ma dobbiamo anche sapere che le risorse, finanziarie, umane e strutturali, ci vengono chieste da tutti in un momento di spending review. Questo non significa – ha spiegato meglio il presidente della Giunta regionale – che non ci sono le risorse, ma che esse vanno collocate meglio rispetto al passato. La differenza è il dove si collocano queste risorse per raggiungere quei risultati che poi verranno sottoposti al giudizio dei cittadini”.

Il presidente D’Alfonso ha poi parlato del nuovo confronto avviato con gli operatori della sanità regionale: “Da loro – ha detto – mi aspetto un ‘Patto etico’ sapendo che ad oggi c’è stata una straordinaria dedizione, ma ora è necessario innalzare il livello dell’ambizione dell’offerta ben tenendo a mente che in questo momento è necessario un processo di de-ospedalizzazione, di allungamento della filiera territoriale e di riconcepire il rapporto nel territorio facendo in modo che il paziente possa godere di una grande capacità di servizi dal momento in cui entra in contatto con il medico di famiglia fino al momento della straordinarietà della risposta ospedaliera”.

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