Pescara. L’Ospedale Covid di Pescara sarà al centro di un esposto alla Procura della Repubblica che presenterà il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari.
“A seguito delle mie interlocuzioni con gli uffici regionali e della Asl – spiega lo stesso Pettinari – non posso ritenermi soddisfatto delle risposte che mi sono state fornite in merito ad alcune criticità strutturali e, in particolar modo, sulla presenza di pannelli esterni di amianto nell’edificio che ospita il nuovo ospedale Covid di Pescara. Ritengo mio dovere, quindi, svolgere fino in fondo il mio ruolo di sindacato ispettivo e porre le perplessità all’organo giudiziario per far valutare se tutto quanto necessario è stato eseguito correttamente”.
“A quanto si evince dal carteggio tra me e gli uffici preposti – continua il consigliere M5S- le analisi sulla consistenza dell’amianto sono state eseguite nel 2009, e l’anno successivo, 2010, sono stati rilevati i campionamenti in aria al fine di verificare eventuali dispersioni nocive. Successivamente, solo nel 2015, la Asl avrebbe attuato un programma di monitoraggio e custodia dell’amianto. Per i rilevamenti in aria, invece, l’unico dato a noi fornito risale al campionamento eseguito addirittura nel lontano 2010. A questo punto mi chiedo, perché hanno aspettato il 2015 per il monitoraggio e addirittura, stando ai dati da loro comunicati, da 10 anni nessuno avrebbe eseguito dei campionamenti in aria visto che la palazzina in questione insiste nel complesso ospedaliero? E perché, sempre a quanto risulta dai dati da loro forniti, non sembra essere stato attivato un monitoraggio prima di avviare i lavori per l’ospedale Covid? Se oggi si trovasse una traccia di amianto dopo la realizzazione dell’Ospedale? Parliamo di azioni di controllo che dovrebbero, a mio avviso e non solo, essere eseguite annualmente”.
Del resto – incalza il Vice Presidente del Consiglio regionale – dei rischi legati all’amianto si trova traccia anche nel piano triennale 2020/2022. Infatti, prima di pensare alla palazzina Ex Ivap come sede per l’ospedale Covid, la Asl nella previsione triennale aveva indicato di voler realizzare nella struttura un polo Onco-ematologico. Come si legge dai documenti, i lavori per il Polo prevedevano la rimozione dei pannelli esterni in amianto e la successiva sostituzione con idonei pannelli isolanti a facciata continua. Perché, quindi, per il Polo Onco-ematologico si è riconosciuta la necessità della rimozione dei pannelli in amianto e per l’ospedale Covid questo adeguamento non è stato considerato necessario? Oltre a queste gravi nebulosità, la struttura presenta altri fattori di rischio: l’inagibilità della scala anti incendio esterna, tanto che il piano di fuga prevede l’utilizzo delle scale interne; e l’ascensore non adeguatamente spazioso per trasportare i letti di degenza, costringendo il personale a spostare il paziente su barelle più piccole per trasferirlo da un’ala all’altra per eseguire esami o terapie”.